Perché REVOLVER è il disco più innovativo dei Beatles?

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A un certo punto della loro carriera, i Beatles decisero di concentrarsi esclusivamente sul loro percorso creativo e lo annunciarono con REVOLVER.

Dopo folle in delirio e performance dal vivo decisamente stressanti, a partire dall'aprile del 1966 i Beatles avevano deciso di prendersi un lungo periodo di riposo e di rientrare in sala di registrazione.

Dal desiderio di dedicarsi solo ed esclusivamente alla loro musica, il 5 agosto 1966 nacque REVOLVER, settimo album in studio. Per annunciare questa rinnovata cura nei confronti delle loro opere, la band decise di impiegare in REVOLVER dei tecnicismi mai utilizzati prima e uno stile inconfondibile che avrebbe marcato l'inizio dell'era psichedelica dei Beatles.  

L'impegno che ogni singolo membro della band dispiegò durante la stesura e registrazione dei brani che componevano questo loro settimo album è direttamente proporzionale al tempo che trascorse fra la pubblicazione del precedente album della band, RUBBER SOUL, e REVOLVER: otto mesi di intenso lavoro che, nonostante possano sembrare pochi, non erano mai trascorsi prima fra una pubblicazione della band e la successiva.

La decisione di non dare versioni live del proprio nuovo materiale garantì alla band anche la grande libertà di utilizzare innovazioni tecnologiche che, diversamente, sarebbero state più difficili da inserire in vista di eventi dal vivo come l'automatic double tracking (tecnica pensata per rendere più chiaro il suono di voce e strumenti durante il processo di missaggio) e i nastri registrati al contrario.  

Prendiamo come esempio il brano Tomorrow Never Knows, pezzo di chiusura dell'album: si tratta di uno dei primi brani dei Beatles considerati come aventi un sound "psichedelico", per raggiungere il quale venne impiegata una particolare tecnica definita tape loop che permette, tramite nastri mandati in loop, di creare melodie ripetitive

Inutile dire che, appena dopo la sua pubblicazione avvenuta il 5 agosto del 1966, l'album schizzò in cima a tutte le classifiche, successo coronato da una famosa e controversa frase di John Lennon: "I Beatles sono più famosi di Gesù". 

Perfino la copertina dell'album divenne fra le più conosciute della storia: si tratta di un'opera del bassista e artista tedesco Klaus Voormann che utilizzò dei disegni a mano libera e delle foto unite in un collage ispirato dal particolare stile del famoso illustratore Aubrey Beardsley

Voormann dichiarò che il suo intento nel creare l'artwork di REVOLVER era quello di mettere in evidenza il distacco netto che c'era stato fra il vecchio stile della band e questa nuova avanguardia, questo modo sperimentale.

 In particolare, il brano di maggiore ispirazione per Voormann fu proprio il sopracitato Tomorrow Never Knows. Insomma, oltre che un vero successo, REVOLVER marcò anche un momento di passaggio nella carriera dei Beatles, una presa di coscienza senza la quale i quattro non sarebbero stati gli stessi. 

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