Miles Davis e quell’arresto per razzismo

miles davis

Sono passati 29 anni dalla morte del grande trombettista Miles Davis. In quest'anno di proteste razziali, ricordiamo un'esperienza che lo segnò a fondo...

A fare di lui un genio non era tanto l’abilità con la tromba, quanto la consapevolezza di dover scegliere una strada non battuta: e lui la scelse molto presto, quasi senza pensarci. Sembrava avere nel sangue quella capacità di distinguersi e di vivere secondo le proprie regole.

Ma una sera si scontrò con un poliziotto di New York, e l’atteggiamento di Davis verso il mondo cambiò del tutto. Era il 1959 a Manhattan, e secondo alcuni Davis si trovava fuori dal Birdland, un night club dove stava suonando con i suoi. Fumava una sigaretta sul marciapiede, quando vide avvicinarglisi un poliziotto.

A quanto pare su quel marciapiede Miles non poteva sostare. Il musicista fece un cenno al suo nome sui manifesti del Birdland, ma l'altro lo ignorò. Lo scontro verbale si fece acceso, sicuramente Miles non si aspettava un episodio di razzismo in una città - a quanto si dice - evoluta come New York: fatto sta che l’altro non ci pensò due volte e lo colpì alla testa, arrestandolo subito dopo.

Miles venne rinchiuso, ma la folla del Birdland nel frattempo era venuta a conoscenza del fatto, e la protesta si accese velocemente. Tutti seguirono Miles, cercando di farlo scagionare, ma a nulla servì la furia della gente. Davis, provocato dalla polizia che tentava di incriminarlo per reazioni violente, non gli diede alcuna soddisfazione. Riuscì a mantenere la calma e venne rilasciato il giorno dopo, su cauzione.

Il processo continuò per un anno, e il risarcimento che Miles voleva richiedere alla polizia non venne mai inoltrato dal suo avvocato.

Questo episodio segnò profondamente il carattere di Miles Davis, che fu sempre più oscuro e meno fiducioso nella società. A questo ovviamente contribuirono anche le difficoltà personali come la dipendenza da cocaina, che lo trascinò in una profonda depressione negli ultimi anni della sua vita. Fortunatamente la sua attività musicale non sprofondò in quei cinque anni di oscurità: Miles Davis tornò ancora a suonare, e lo fece fino agli ultimi giorni della sua vita.

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