BEGGARS BANQUET: 4 curiosità per i Rolling Stones del ’68

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BEGGARS BANQUET si catapulta in piena rivoluzione sessantottina, ritraendo cinque giovani musicisti in veste di brutti, sporchi e cattivi. Li celebriamo con 4 curiosità che non vi potete perdere!

 

Una copertina censurata

Quando i Rolling Stones pubblicarono BEGGARS BANQUET, il 6 dicembre 1968, ad accompagnare il disco c'era una copertina iconica, specchio del sound grezzo, sporco e ribelle scelto dai musicisti. La cover ritrae un bagno graffitato e in pessime condizioni di un locale losangelino, adocchiato da Mick Jagger e Keith Richards. Quella toilette fu fotografata da Barry Feinstein subito dopo che, secondo la leggenda, i due musicisti aggiunsero ai graffiti presenti alcuni testi di canzoni e ringraziamenti dell'album.

Tuttavia, quel tocco un po' retrò e suburbano non piacque alla casa di produzione, che alla fine pubblicò il disco con una copertina integralmente bianca. Quasi a richiamare il WHITE ALBUM dei Beatles, uscito qualche settimana prima. Nella nuova edizione del 1984, però, l'originale toilet cover fu reintegrata per far assaporare al pubblico la componente estetica e musicale più vicina al significato dell'album, che sin dal titolo evoca un banchetto di mendicanti

Il lancio pittoresco dell'album 

E, a proposito di atmosfere quasi dickensiane, il disco è ricordato anche per il suo celebre lancio, il 5 dicembre 1968. Inizialmente, Mick Jagger voleva accogliere i giornalisti nella Torre di Londra, ma poi fu scelto il Gore Hotel di Kensington. Una struttura storica, la cui fondazione risale al 1892 a opera di due sorelle discendenti del Capitano Cook, esploratore settecentesco. Non c'era quindi luogo migliore per richiamare un'atmosfera artistica e antiquaria.

I Rolling Stones, al loro banchetto di benvenuto, non furono meno pittoreschi, abbigliandosi come ambigui menestrelli medievali. In linea stilistica, quindi, con un servizio fotografico fatto qualche mese prima in un'evocativa sala al Sarum Chase di Hampstead. Non poteva mancare un po' di allegra goliardia al lancio di un album così promettente e Jagger pensò bene di chiudere la serata in bellezza con una torta in faccia a Brian Jones. Diede così inizio a un'inevitabile guerra di torte tra tutti gli ospiti presenti.

 Il capolavoro: Sympathy For The Devil

I Rolling Stones ci avevano già provato l'anno precedente, con un album che non aveva ottenuto particolare successo: THEIR SATANIC MAJESTIES REQUEST. Tuttavia, nel 1968, il loro brano di punta, Sympathy For The Devil, riuscì a incorniciare in una narrazione rock la storia di Mefistofele, creando una leggenda. In una samba rock dal sapore primitivo, il protagonista, Lucifero, racconta la storia dell'umanità attraverso le nefandezze di cui si è reso artefice, chiedendo comprensione

Il brano ripercorre degli eventi cardine della Storia, come la Guerra dei Cent'Anni, la Seconda Guerra Mondiale e l'omicidio di Kennedy. Molto di questa canzone si deve al produttore Jimmy Miller, che diede una spinta ai musicisti per dare una forma al loro capolavoro. Non solo, perché l'iconico regista Jean-Luc Godard seguì tutte le fasi di creazione del brano, imprimendole nella sua pellicola One Plus. 

Lo specchio del Sessantotto: Street Fighting Man

Nonostante Sympathy For The Devil abbia un forte richiamo attualizzante, Street Fighting Man è sicuramente il brano più pregno di politica dell'album. La batteria rullante di Charlie Watts riflette il fermento, la ribellione e la rabbia della generazione di giovani che nel '68 occupò le strade in nome del cambiamento. E i Rolling Stones erano pronti a rappresentare questo sentimento in musica. Non più il pop beatlesiano o le psichedelie del flower power, ma un rock sporco e libero, così come le anime di coloro che volevano riconoscervisi. 

E questo brano ha un duplice significato. Da un lato la chiamata alla rivoluzione, a scendere in strada per combattere l'ingiustizia, dall'altro l'amara consapevolezza di non poter fare molto contro l'egemonia dei poteri forti.

Il 17 marzo 1968 Jagger viveva in prima persona la protesta sulle strade dopo l'appoggio britannico alla Guerra del Vietnam. Lì tra scontri frontali, violenza e lacrime nacque l'idea di Street Fighting Man. Nonostante Jagger fosse un 24enne benestante, condivideva con tanti giovani una rabbia che nessuno aveva ancora portato nel rock. Per questo quella dei Rolling Stones fu una rivoluzione culturale e musicale. 

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