Cosa c’entrano i Queen con i film dei Marx Brothers?

A DAY AT THE RACES, A NIGHT AT THE OPERA: sono i due album pubblicati a metà degli anni Settanta dalla rock band più unica al mondo. I titoli? Ispirati da due film omonimi.

Tutto iniziò con A NIGHT AT THE OPERA, uscito il 21 novembre 1975 dopo una sessione di registrazione autunnale. Poco più di 40 minuti di prog, pop, avant pop, hard rock, heavy metal…Insomma, un insieme che solo i Queen potevano realizzare.

Durante i quattro mesi che occuparono la produzione del disco, la band vide il film A Night at the Opera dei Marx Brothers, e decise di intitolare il disco in suo onore. Con il passare del tempo, i Queen sarebbero diventati amici della star cinematografica Groucho Marx. Lui, amante della loro musica, inviò una lettera alla band elogiando il disco A DAY AT THE RACES del 1976. Poco prima della sua morte li invitò nella sua casa a Los Angeles, dove la band si esibì.

Come A NIGHT AT THE OPERA era stato ispirato dal film omonimo, così il sequel di quel fortunatissimo disco, A DAY AT THE RACES, venne battezzato come il sequel del film dei Marx Brothers. La continuità era evidente anche dalle copertine dei dischi: il primo presentava il logo della band, disegnato da Mercury, su uno sfondo bianco; il secondo aveva un design praticamente identico, se non per lo sfondo nero.

Ma tra i due album c’erano anche delle differenze consistenti: A DAY AT THE RACES fu prodotto senza l’aiuto di nessuno, in particolare senza quello del produttore Roy Thomas Baker, con cui i Queen avevano collaborato per gli album precedenti. In un’intervista a Circus nel 1977, Freddie Mercury spiegò così la scelta:

Abbiamo solo sentito che, per questo disco, avevamo bisogno di un piccolo cambiamento. Eravamo abbastanza sicuri di farcela da soli. Anche gli altri album in realtà erano co-prodotti: ci siamo sempre interessati molto... Roy è stato grande, ma è una progressione, davvero - un altro passo nella nostra carriera. Abbiamo semplicemente sentito che era ora o mai più.

E non si può dire che il sequel di A NIGHT AT THE OPERA sia meno dinamico: tra l’hard rock di Tie Your Mother Down, il soul/pop di Somebody to Love, la selvaggia The Millionaire Waltz, dinamicità e movimento erano ribadite parole chiave della musica dei Queen. E a proposito di The Millionaire Waltz, Brian May la definì, in qualche modo, “il successore di Bohemian Rhapsody”, anche se era tanto complicata da essere passata poco in radio.

Decenni dopo, A DAY AT THE RACES rimane un disco amato da fan e critica, anche se non ha mai raggiunto l’aurea di sacralità del predecessore.

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