Come Robert Plant aiutò i Rush a superare un momento buio

Rush-1978

Nel 1998, la storica band canadese stava affrontando le drammatiche perdite familiari di Neil Peart che, per ritrovare se stesso, partì in viaggio in moto per più di un anno. E i Rush avrebbero potuto sciogliersi in quel momento se non fosse stato per l'intervento propizio di Plant. Ecco come. 

L’ultima esibizione dei Rush, forgiata dallo storico trittico Geddy Lee, Alex Lifeson e The Professor, Neil Peart, fu nell’agosto 2015. Poco prima che il batterista chiudesse i battenti con i grandi palchi per dedicarsi a una vita tranquilla, votata a una sua grande passione: la scrittura. Ma cinque anni dopo, il 7 gennaio 2020, Peart si spense a quasi 68 anni, a causa di un cancro al cervello contro cui combatteva da 3 anni. Quando lo comunicò ai colleghi fu schietto e non usò mezzi termini. Lee e Lifeson, che scoppiò in lacrime, lo raggiunsero a Toronto. Peart è sempre stato un uomo marmoreo, di temperamento stoico, in grado di affrontare gli ostacoli più drammatici della vita. Nel biennio 1997-1998, infatti, perse rispettivamente la figlia Selena, di soli 19 anni, e la moglie Jaqueline, per un cancro. In quel momento, i Rush si sarebbero potuti sciogliere, decretando la fine della loro gloriosa carriera, ma non successe.

neil peart

Era il periodo successivo all’uscita del loro sedicesimo album, TEST FOR ECHO (1996), che si distanzia di sei anni dal successivo, VAPOR TRAILS (2002). Quello fu il tempo necessario per la band al fine di ritrovare un equilibrio. Dopo le tragiche perdite familiari, infatti, Peart intraprese un viaggio in motocicletta in Canada, Alaska, Nord America, Messico e Belize, riportato nel suo libro Il viaggiatore fantasma [Ghost Rider: Traveling On The Healing Road] del 2002. Dopo 14 mesi e 80.000 km circa, il batterista tornò rinnovato, con la forza di continuare sulla strada dei Rush. Ma nel frattempo i colleghi erano preoccupati, insicuri su quale sarebbe stato il destino della band e se Peart sarebbe mai tornato. Finché arrivò al cantante e bassista Geddy Lee una chiamata di Robert Plant.

Lo storico frontman dei Led Zeppelin stava intrattenendo all’epoca un sodalizio artistico con il collega chitarrista Jimmy Page, iniziato nel 1994 con il fortunato album NO QUARTER e continuato con il meno cerimoniato WALKING INTO CLARKSDALE, il cui brano Most High fu presentato anche al Festival di Sanremo del 1998. Insomma, la coppia di musicisti sapeva bene cosa volesse dire rinunciare a una band dopo una terribile perdita. Lo avevano attraversato anche loro nel 1980, con la scomparsa di The Beast, il vulcanico John Bonham, che aveva decretato la fine dei Led Zeppelin. Ecco dunque che, quando Plant e Page passarono per Toronto, durante la tappa del loro tour del 4 luglio 1998, il cantante fece una telefonata a Lee. E quest’ultimo ha recentemente ricordato in un’intervista a «Classic Rock» come Plant abbia salvato il futuro della band.

Page & Plant erano in tournée per Walking Into Clarksdale e vennero a Toronto. Qualcuno continuava a chiamare il nostro ufficio dicendo che era Robert Plant che aveva bisogno di parlare con me. Nessuno ci credeva, ma si scoprì che era lui. […] Eravamo in pausa dopo la morte di Selena e non era un buon momento per noi. Ho richiamato Robert e scoprii che voleva che andassimo allo spettacolo, ma io ero piuttosto giù di morale a quel punto. Lui disse: "No, vieni allo spettacolo, ne parleremo". Aveva capito cosa stava succedendo con la band. Ricordo che diceva: 'Devi unirti di nuovo alla vita, e prima è meglio che dopo. Quindi porta il tuo culo qui.' Così ho chiamato Alex e ho detto che avremmo visto Page & Plant.

E se Lee e Lifeson erano all’inizio in dubbio su quello che sarebbe successo, le parole di Plant e Page confortarono la tristezza e la mancanza di speranza. I Rush avevano ancora da dare dopo il pionieristico percorso del prog anni Settanta. Dopo quell’esperienza, al ritorno di Peart, incisero altri due album, SHAKE & ARROWS (2007) e CLOCKWORK ANGELS (2012) e presero parte ad altri sette anni di tour, fino al 2015. E una formazione così forte e storica aveva solo bisogno della spinta ottimista per ritrovare la sua strada. Sicuramente Lee non scorderà mai quel momento:

Erano assolutamente fantastici. Non c'è niente di meglio che incontrare qualcuno che ammiri per così tanti anni e così tante ragioni e scoprire che sono veri uomini.

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