Le rivelazioni di Steve Hackett nella nuova biografia dei Genesis

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L'ex chitarrista dei Genesis ha militato sotto la bandiera della band fino al 1977, anno in cui, poco dopo l'abbandono di Peter Gabriel, il gruppo si è consolidato attorno al trio guidato da Phil Collins. E una nuova biografia, in arrivo il 15 luglio, svelerà alcuni dettagli sul passaggio di timone.

Il 2020 ha portato con sé il volume biografico Genesis: 1967 to 1975 - The Peter Gabriel Years, firmato dal giornalista Mario Giammetti. Quest'ultimo riveste un ruolo di spicco nella comunità di fan dei Genesis e, da attento ed esperto conoscitore della band, ha costruito la sua cerchia di produzioni biografiche molto dettagliate e ricche di materiale inedito, tra cui spicca un'uscita il prossimo 15 luglio.

Si tratta della seconda parentesi dell'epopea Genesis, sancita dal passaggio al microfono di Phil Collins e intitolata Genesis: 1975 to 2021 - The Phil Collins Years. Così il veterano del canto dolce e malinconico, già cresciuto come attore tra teatro e televisione, lascia le pelli per la prima fila, prendendo il posto del suo predecessore. Il suo anno di ingresso è il 1970, dopo TREPASS, che accoglie in formazione anche il chitarrista Steve Hackett

Ma Collins e Hackett non rimangono insieme fino all'ultimo, dato che il 1975 vede prima l'abbandono di Gabriel e poi il 1977 quello del brillante chitarrista, già al soldo del suo primo album di successo, VOYAGE OF THE ACOLYTE (1975). Ed è qui che, secondo le dichiarazioni rilasciate da Hackett nella biografia, è intervenuto il produttore Tony Visconti. 

Tony ha detto che non potevo fare più album da solista ed essere un membro dei Genesis. Stava assumendo la leadership a quel punto e Mike [Rutherford] lo sosteneva, quindi non c'era alcuna garanzia che una parte del songwriting fosse divisa equamente. Tony ha detto: "Se non ti piace, sai cosa puoi fare". 

E Hackett sapeva che, sulla linea del suo primo album solista, avrebbe potuto collezionare altrettanta approvazione, soprattutto dopo l'ultimo periodo turbolento della band. I Genesis avevano infatti deciso di affidare a Gabriel la composizione dei testi, mentre Banks, Collins, Rutheford e Hackett si sarebbero dedicati alla composizione. Tuttavia il lavoro così diviso non funzionò tanto che lo stesso chitarrista arrivò a dire del cantante: 

Peter era molto indietro con i testi, così arrivava dopo e cantava su tutto, anche su quelli che dovevano essere passaggi strumentali. Per me era come se qualcuno avesse preso un quadro che avevo appena dipinto imbrattandomelo tutto di vernice rossa. 

Questo non esclude la grande ammirazione e il duraturo rispetto che il chitarrista prova per il cantante, l'unico da lui sentito dopo la pubblicazione dell'autobiografia A Genesis in My Bed (2020). Lui stesso ha ricordato la formazione ai tempi di Gabriel come quella più democratica prima della successiva involuzione in cui sono mancati la collaborazione e il lavoro di squadra laddove, all'interno del gruppo, "una persona vuole sempre essere il Führer".

Il passo successivo è quello di provare la strada maestra della carriera solista, che ha portato i restanti Genesis ha tracciare le fila dell'album di passaggio ...AND THEN THERE WERE THREE (1978). La stessa transizione raccontata da Giammetti nel suo libro, che si accompagna a interviste e fotografie inedite per una cornice dettagliata di quello che sono stati i Genesis dal 1975. La parola finale a Hackett, che rimarca come la scelta solista sia stata quella giusta. 

Stavo iniziando a scrivere sempre più materiale ed era sempre più difficile incorporarlo in un formato di band. Inoltre, volevo lavorare con altre persone. Per quanto brillanti fossero i membri dei Genesis, ho sentito che dovevo correre il rischio per scoprire quanto fossi bravo da solo. C'è una voce che ti dice che devi vedere se sei all'altezza o no.

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