True Lies: Jimi Hendrix raccontato da Radiofreccia e Classic Rock

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UNITED KINGDOM – FEBRUARY 24: Photo of Jimi HENDRIX; performing live onstage David Redfern Premium Collection (Photo by David Redfern/Redferns)

Ricomincia la seconda stagione di True Lies, con una puntata esplosiva: ieri sera Double M di Radiofreccia e Fabio Cormio di Classic Rock hanno parlato di Jimi Hendrix. Guarda qui la puntata!

Londra, 4 settembre 1966: quel giorno un ragazzo afroamericano di quasi 24 anni scende dall'areo su cui era salito a New York, con solo una borsa e una chitarra elettrica. Con lui un altro ragazzo, inglese, ormai fuori dagli Animals, la band con cui si era imposto internazionalmente come bassista.

Il primo è del tutto sconosciuto su questa sponda dell'Atlantico, e confida che il viaggio sia l'occasione attesa da tempo. Il secondo ha deciso di accantonare lo strumento per il lavoro di talent scout, manager e produttore, cominciando proprio da quel giovane accanto a lui, scoperto grazie alla dritta di Keith Richards. Mossa azzardata? Forse, ma non potrebbero perdere più di quanto possono guadagnare.

Sono Johnny Allen Hendrix e Chas Chandler. Non immaginano nemmeno alla lontanissima che quel sodalizio, sostenuto anche da Michael Jeffery (eminenza niente affatto grigia dietro l'affermazione degli Animals) devierà il corso del rock. La storia di Hendrix, nato a Seattle il 27 novembre del '42 (al tempo non ancora Jimi perché il soprannome gli fu suggerito poi dallo stesso Jeffery) inizia proprio qui. La storia umana di Hendrix invece era molto meno luccicante di quella musicale: contesto familiare difficile, pochi soldi, gravi disagi, il divorzio dei genitori, la morte della mamma, una decina di mesi di militanza forzata nell'esercito e infine l'approdo una disordinata e precaria carriera da musicista.

Torniamo alle scalette di quell'aereo: Hendrix era già un chitarrista da quando, nel 1958, aveva acquistato per un pugno di dollari una chitarra acustica lasciata poi nel '59 a favore di una elettrica: la prima fu una Supro Ozark 1560 S bianca che gli fu presto rubata, e poi una Silvertone Danelectro rossa. Otto anni di apprendistato vertiginoso per Hendrix: è un autodidatta, e suona suona suona. È quello il suo unico imperativo, suonare senza freni inibitori assecondando una divorante passione e il desiderio che man mano affina la sua tecnica di arrivare là dove nessun chitarrista era mai giunto prima.

Avevo sentito l'assolo di Stone Free e mi rifiutavo di credere che qualcuno potesse effettivamente suonare una cosa del genere. Doveva essere qualche trucco da studio di registrazione, quel modo in cui lui parlava la chitarra e la chitarra gli rispondeva. Eh sì, perché io suonavo già negli Smile e pensavo che fosse ragionevole ritenermi un buon chitarrista, per cui ero certo che non fosse possibile fare quella roba lì. Quindi andai a sentirlo determinato nel mio ruolo di miscredente, ma mi mancò la terra sotto i piedi. Pensai “Questo tizio è la cosa più sbalorditiva che io abbia mai visto e lui fece l’assolo di Stone Free dal vivo in modo assolutamente perfetto. Per me fu come tornare a imparare l'alfabeto”. - Brian May

Hendrix aveva attraversato l'America per cinque anni affinando i suoi talenti come spalla, come turnista e chitarrista di studio, accumulando credits con gente come Little Richard, Sam Cooke e molti altri. Il suo era un curriculum impressionante, eppure nel ‘66 la fama e la fortuna non sembravano più vicine di quanto lo fossero invece state all'inizio di decennio. Ma nel ‘66 era accaduto qualcosa di speciale: Chas Chandler, in precedenza meglio conosciuto come bassista degli Animals, aveva scoperto Hendrix mentre suonava in un club del Greenwich Village di New York e aveva deciso all'istante di portarlo nel Regno Unito. L’istinto non lo aveva ingannato, infatti lui aveva capito che non solo l'abilità musicale di Hendrix ma anche la sua immagine lo avrebbero fatto spiccare nell'élite londinese, mentre se fosse rimasto in America forse non avrebbe mai messo la testa fuori dall'acqua.

Sì perché l'America bianca a quel tempo ascoltava Doris Day, la musica nera americana in quel momento non si avvicinava neanche alle radio. Jimmy era troppo bianco per le cosiddette radio nere, ma a Londra c'erano un sacco di tizi bianchissimi che ascoltavano il blues americano e volevano suonare come i loro eroi.

Dopo aver creato curiosità con una manciata di apparizioni in piccoli locali, inclusa la leggendaria jam con i Regent Polytechnic che lasciò senza parole Eric Clapton, Jimi Hendrix fu ufficialmente lanciato da un concerto promozionale in un piccolo ma influente locale nel quartiere di Soho il 25 novembre del ’66, davanti a musicisti e giornalisti. Lo show di Jimi Hendrix fu uno tsunami che scosse l'intero panorama rock di Londra.

Guarda l'intera puntata sul sito di Radiofreccia!

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