Cosa sentì Charles Manson nel WHITE ALBUM dei Beatles

Foto via: www.historicmysteries.com

Gli efferati omicidi ordinati da Charles Manson scossero profondamente l'opinione pubblica nella seconda metà del XX Secolo. Ad oggi, quelle tragedie sono entrate nell'immaginario collettivo, così come la figura del loro mandante, ossessionato dalla musica dei Beatles. 

Carismatico, instabile e pericolosamente violento, Charles Manson era convinto che i Beatles gli inviassero messaggi attraverso le loro canzoni. Alla base di questa premessa, lo spietato assassino si servì delle canzoni del WHITE ALBUM per commettere una serie di omicidi. Nel 1968 i Beatles avevano ottenuto un successo travolgente che li portò a ritirarsi per un periodo in India, al fine di scoprire la propria spiritualità. Sono ben noti ai fan i dettagli dell'esperienza vissuta dai Fab Four, nonché l'ammontare di brani composti durante il ritiro che, più tardi quello stesso anno, avrebbero visto la luce pubblicati nel WHITE ALBUM. Sulle sponde statunitensi, nel frattempo, un musicista molto meno famoso stava scrivendo le sue canzoni dopo essere stato scarcerato e aver iniziato il suo percorso verso il successo. 

Il rapporto di Manson col WHITE ALBUM 

Dopo l'uscita, il disco ottenne pareri contrastanti da parte della critica. Quando il WHITE ALBUM finì nelle mani di Charles Manson, l'assassino sviluppò una malsana ossessione. Manson aveva già acquistato l'appartamento di San Fernando Valley in cui vivere con La Famiglia. Nel corso di un'intervista rilasciata a Rolling Stone nel 1970, il produttore Gregg Jacobson dichiarò quanto segue: "Credeva che i Beatles fossero dei profeti e che stessero cantando in merito alle cose che lui già sapeva. Pensava che li avrebbe conosciuti e, per questo, mandò anche dei telegrammi". L'ex membro della Famiglia, Dianne Lake, scrive nel suo libro che Manson era solito ascoltare il disco fino allo sfinimento per plagiare le coscienze degli adepti e renderlo parte del tessuto sociale della setta. 

Manson iniziava spesso dei viaggi sotto LSD insieme ai membri della setta. Nella mente del carnefice ogni brano del WHITE ALBUM aveva un determinato significato, in ogni caso convergente ad una guerra tra bianchi ed afroamericani che avrebbe portato all'Helter Skelter, una sorta di giorno del giudizio, fatto di caos e distruzione, proprio come il brano omonimo del Quartetto di Liverpool. Manson credeva che i Beatles sapessero che "il Messia fosse arrivato sulla Terra", pur non sapendo che si trattasse di lui. 

Le parole di John Lennon 

Anni dopo i fatti che coinvolsero la setta di Charles Manson, John Lennon rilasciò una celebre intervista a Playboy. In quell'occasione, all'artista fu chiesto cosa pensasse di quanto accaduto e, soprattutto, come si sentisse al pensiero che la sua musica avesse potuto ispirare atti così deprecabili. Durante il colloquio, Lennon dichiarò quanto segue: "Non ho niente a che fare con gli omicidi di Charles Manson. Lui era una versione estrema di tutte quelle persone che credono nella leggenda che Paul sia morto o che pensavano che in Lucy In The Sky With Diamond parlasse di droghe". Manson non fu l'unica persona ispirata a compiere dei delitti dalla musica dei Beatles. Ironia della sorte, a pochi mesi dall'intervista, John Lennon avrebbe trovato la morte per mano di Mark David Chapman, un fan mentalmente instabile e gravemente ossessionato dalla sua figura. 

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