Era il 12 febbraio del 1972 quando la Allman Brothers Band regalò al mondo uno dei più grandi album nella storia del rock.
Sono passati 50 anni da allora, ma EAT A PEACH rimane un capolavoro intramontabile, una vera e propria pietra miliare del blues rock. Negli Stati Uniti, il 25 e 26 marzo, il gruppo celebrerà l'anniversario del disco con due concerti al Beacon Theatre di New York dove, la band, si è esibita 250 volte nel corso della propria carriera. Parte del ricavato degli eventi sarà devoluto alla Big House Foundation, un'associazione che si occupa di preservare il patrimonio musicale della band attraverso programmi mirati e mostre. Durante la kermesse, i Trouble No More avranno modo di debuttare dal vivo, mandando il pubblico in trepidazione.
Allman Brothers Band: la rivoluzione inclusiva del southern rock
La lineup della Allman Brothers Band era composta da cinque hippie bianchi ed un afroamericano. L'impatto sociale del gruppo fu clamoroso negli anni d'oro del rock, e nonostante questo in Italia troppo poco interesse si è dimostrato nei confornti di questa band. Considerati gli inventori del southern rock (un genere i cui massimi esponenti non sempre hanno dimostrato spirito inclusivo), i membri del gruppo hanno sempre composto i propri brani in modo da diffondere messaggi di pace, amore e accettazione. Si formarono nel 1969 a Jacksonville, in California, per volere dei fratelli Duane e Gregg Allman. Il sound unico della Allman Brothers Band, frutto della commistione degli elementi cardine di generi quali il blues, il rock, il country ed il jazz, era trainato dalla chitarra istrionica del compianto Duane.
Il gruppo consacrò il proprio nome all'eternità dopo pochi anni e, ad oggi, Duane Allman viene considerato tra i chitarristi più influenti di tutti i tempi. Ciò nonostante, la band non ha mai riscontrato il medesimo interesse che il pubblico statunitense ed inglese aveva nei suoi confronti in Italia. Gli appassionati più irriducibili ed i fan della vecchia guardia, però, ricorderanno sicuramente le tracce più evocative della band, scioltasi nel 1976 e riunitasi in diverse occasioni, specie per commemorare il lascito artistico inestimabile di Duane Allman.
La storia di EAT A PEACH
EAT A PEACH è il quarto album della Allman Brothers Band, inciso parzialmente in studio e dal vivo, seguìto diretto del successone di AT FILLMORE EAST, del 1971. Fu un disco nato sotto una cattiva stella, attanagliato dalla tossicodipendenza dei membri del gruppo e, successivamente, ostacolato dalla tragedia. Mentre la band tentava di uscire dal tunnel della droga in riabilitazione, infatti, Duane Allman perse la vita in un incidente motociclistico.
L'album finì per includere sezioni inedite dal live album precedente e brani straordinari come Melissa e Blue Sky, successiva hit radiofonica. Il disco volle essere in tutto e per tutto un tributo a Duane Allman. Il titolo e l'artwork di EAT A PEACH provengono, infatti, da una frase del chitarrista che cita: "Non si può aiutare la rivoluzione, perché esiste solo l'evoluzione. Ogni volta che sono in Georgia, mangio una pesca (eat a peach) per la pace".