10 tra i brani più sottovalutati dei Rush

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Quando si parla di band leggendarie, i Rush vengono, spesso, sottovalutati. Ciò nonostante, al gruppo è stato riconosciuto il prestigio di buona parte del proprio catalogo, lasciando alcune gemme ingiustamente nascoste.

Nell'Olimpo delle icone della musica, i Rush non ricoprono un ruolo di spicco. Si tratta di una svalutazione completamente ingiustificata. Parliamo di un gruppo in costante evoluzione, il cui sound non è mai sceso a compromessi. La potenza di Neil Peart alla batteria, la precisione di Geddy Lee al basso ed il carattere della chitarra di Alex Lifeson hanno dato vita a brani straordinari, rivalutati nel tempo. Ce ne sono anche altri che, fatta pace degli appassionati più devoti, non vengono ricordati nemmeno dagli ascoltatori più avvezzi del genere. Li vediamo di seguito.

Before And After

Dal loro album di debutto, questo pezzo presenta John Rutsey alle pelli, invece del leggendario Neil Peart. I brani presenti nel disco, incluso questo, presentano una struttura più aggressiva, ma comunque creativa. La chimica tra Lifeson e Lee è tangibile, impreziosendo il contenuto.

Lakeside Park

Un vero e proprio duello all'ultima nota. A dispetto dell'ammontare di tecnica sfoggiata dai membri del gruppo in questo brano, questo rimane ben misurato, dalla melodia accessibile.

Manhattan Project

Gli anni '80 furono un periodo controverso per i Rush che con POWER WINDOWS, ebbero modo di ricostituire la propria reputazione. Manhattan Project ne è un esempio lampante, forte di interpretazioni espressive ed efficaci.

Kid Gloves

Trainato dal solo esplosivo di Lifeson, Kid Gloves mostra il chitarrista al meglio della forma, grazie a riff sorprendenti su tempi originali.

Losing It

Proviene da SIGNALS, il disco di più facile ascolto della band. Appare chiaro, quindi, vista la natura lunatica del brano, come questo possa essere finito, tristemente, al di fuori dei radar degli ascoltatori.

A Farewell To Kings

Un brano praticamente completo. La title-track dell'album del 1977 contiene intro sommesse e solenni, date dalle raffinate linee di chitarra classica arpeggiate, performance vocali istrioniche e, d'un tratto, sbalorditivi riff colossali.

The Pass

The Pass mostra il carattere più emotivo della band che, per l'occasione, abbandona i propri concept intricati e rivolti allo sci-fi, per trattare una tematica delicatissima con grande chiarezza: il suicidio giovanile.

Digital Man

Incline allo ska e al reggae, Digital Man fu il brano che mandò su tutte le furie il produttore della band: Terry Brown, proprio a causa del suo carattere singolare.

Circumstances

HEMISPHERES, da cui la traccia è tratta, rappresenta un capolavoro assoluto del rock progressivo. Si tratta del disco de La Villa Strangiato e Cygnus X-1 Book II. Con titoli così altisonanti, la sognante Circumstances finì per passare in secondo piano.

Vital Signs

Chiuse gloriosamente il più grande successo commerciale dei Rush: MOVING PICTURES. Eppure, Vital Signs viene raramente considerata anche dagli ascoltatori più legati al genere, non avendo l'effetto delle melodie di Limelight o la forza bruta di YYZ. Rimane, comunque, un brano ricco di energia ed ispirazione.

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