La canzone che Bob Dylan descrisse come “la più bella mai scritta”

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Bob Dylan la definì "la canzone più bella mai scritta". Di quale parlava?

Il brano in questione fu scritto quando Bob Dylan era al picco della sua fama. La sua era la penna più tagliente e letale in assoluto. Una presenza immensa, maledetta, dal vivo e in studio. Il carisma e la sagacia con cui Dylan brandiva la sua chitarra e gridava alla società non aveva e, forse, a tutt'oggi, non ha eguali.

Dylan, poi, non è mai stato largo di manica con i complimenti: immaginiamo quindi l'orgoglio di Jimmy Webb, autore e Glen Campbell, interprete di Wichita Lineman, traccia tanto solenne e d'impatto, da colpire anche l'ineluttabile Dylan.

La storia del brano

Il paesaggio sonoro tessuto dagli strumentisti descrive ambientazioni straordinariamente dettagliate: il segnale telefonico che viaggia da un capo all'altro dei 50 Stati, l'attesa e la trepidazione di ascoltare una voce dal proprio lato dell'apparecchio telefonico: uno spaccato meravigliosamente dettagliato del progresso della comunicazione.

La sofferenza dell'uomo moderno, lontano da casa, spinto a trascurare il nido per la carriera, spesso solo, immerso in una vita dannata, nel caso di un artista come Campbell, costantemente on the road, per amore di un sogno: la musica.

Un brano trascendentale, insomma, particolarmente profondo ed evocativo; un vero capolavoro della musica moderna. L'avanzare della società che disintegra la classe lavoratrice e il miraggio dei pali telefonici in lontananza visti da Campbell mentre era in tour. Wichita Lineman è un brano madido di nostalgia, una costante memoria dei tempi che furono che, ad oggi, in un mondo completamente connesso dalla comunicazione istantanea, risulta ancor più emozionante e d'impatto, ripensando ai tempi che furono.

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