I Rush e i segreti di CLOCKWORK ANGELS

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Sarebbe stata l'ultima produzione in studio dei Rush. La band la rilasciò nel 2012 e, nello stesso anno, le penne di Classic Rock UK intervistarono Geddy Lee per scoprire tutti i segreti sul disco.

Fu un album che i Rush vollero custodire gelosamente fino all'uscita, intriso di ispirazione e sviluppato in un clima favorevole al libero sfogo della creatività. Il ventesimo disco in studio della band marcò il loro ritorno sulle scene dopo 5 anni di silenzio, rivelandosi particolarmente atteso dal pubblico. CLOCKWORK ANGELS mostrò i Rush in piena forma, come non lo erano mai stati per decenni e, l'intervista di CRUK al frontman della band, fornisce un meraviglioso spaccato della band in quel periodo, distante, ormai, 10 anni ed un'immane tragedia quale la morte di Neil Peart, che ha segnato per sempre la fine del gruppo. Riportiamo, di seguito, i tratti salienti del colloquio.

Geddy Lee su CLOCKWORK ANGELS

"Ci sono dei legami col nostro passato in quest'album, ma solo quando il concept ce li permetteva. Ad esempio, Headlong Flight osserva il protagonista riflettere sulla sua vita, quindi ci è sembrato possibile ripensare ad alcuni dei nostri momenti in musica, prima di cambiare completamente direzione". Geddy Lee si espresse in questo modo riguardo al processo di introspezione che ha portato alla creazione del disco. Quando, poi, al frontman è stato chiesto se, quello, fosse stato il loro primo concept album, l'artista ha così risposto: "Abbiamo lavorato più o meno così per 2112 e, per certi versi, anche Hemispheres è così. Abbiamo avuto delle tracce di matrice concettuale, ma mai un album intero. C'è una differenza significativa tra quello che volevamo per queste canzoni ed un vero concept album, perché non volevamo perdere il carattere individuale dei brani in favore dello storytelling principale".

Sembrerebbe, poi, che tempo prima i Rush avessero dichiarato a più riprese di non essere interessati ad un concept, finché le scalpitanti idee di Neil Peart non riuscirono a far cambiare sentiero agli altri due membri del gruppo. L'album nasce in collaborazione con lo scrittore e amico di Peart Kevin J. Anderson. La storia, segue le vicende di un personaggio che controlla la vita del protagonista la cui storia viene, a sua volta, approfondita nel disco.

Una metafora religiosa potrebbe essere la soluzione all'enigma posto dai Rush in maniera elegantemente velata anche dalle condizioni imposte dalla scrittura in versi dei testi delle varie tracce. Per l'occasione, Lee lo raccontò con orgoglio, il bassista modificò i testi del batterista in un contesto gioviale e aperto ad ogni forma di cambiamento. CLOCKWORK ANGELS fu un grande successo per i giganti canadesi del prog che, nel disco, non si mostrarono solo totalmente coinvolti, ma anche tanto innamorati della musica quanto agli inizi, ma con la sicurezza e la precisione date dagli anni d'esperienza. Un album maturo, da parte di una band che aveva ancora molto da dire visto che, il modello seguito su CLOCKWORK ANGELS segnò una significativa prima e, purtroppo, unica, volta per i Rush.

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