Accompagnare il genio incontenibile di Jimi Hendrix era un compito da affidare solo a un fuoriclasse. Mitch Mitchell si rivelò da subito perfetto per l'incarico.
Mitchell ha sempre tenuto testa alla feroce energia che Hendrix manifestava alla chitarra. Un'anima profondamente versatile, quella di Jimi, a cui Mitch mise a disposizione ritmiche equilibrate quando opportuno, così come esplosioni selvagge dietro le pelli. Il sodalizio tra i due artisti andò avanti fino alla tragica fine della breve carriera del chitarrista. Riuscire a ritagliare una vetrina quando si accompagna un artista del calibro di Hendrix sarebbe stato impossibile per moltissimi validi artisti, ma non per Mitch Mitchell. Di seguito, vi presentiamo le migliori tracce per godere di tutto l'istrionismo del batterista.
Fire
Uno dei brani con cui Mitchell viene maggiormente ricordato. Fire contiene una delle migliori performance di batteria mai incise in assoluto. Un groove travolgente che alimenta l'alta tensione che contraddistingue la traccia.
Manic Depression
La preferita dei batteristi. Questa traccia mostra quanto heavy un 4/4 di base possa essere. Il background jazz del batterista si fa sentire in questo brano dalla creatività scalpitante.
The Wind Cries Mary
La natura camaleontica di Mitch Mitchell brilla attraverso brani come The Wind Cries Mary: un'iconica ballata, morbida e leggiadra in cui Mitch dà il meglio di sé, contenendo la sua furia con grande controllo, pur eseguendo una sezione ricca di inventiva.
Little Miss Lover
Una traccia bruciante che, nella sua semplicità, si presenta come rock allo stato puro, senza compromessi o abbellimenti di sorta.
1983... A Merman I Should Turn To Be
A differenza del sopracitato, 1983 presenta all'ascoltatore i mostruosi tecnicismi che hanno reso Mitchell all'altezza di suonare con Jimi Hendrix. Per 13 minuti, il batterista tesse dinamici scenari ritmici, oscillando tra diverse sfaccettature sonore, senza mai perdersi né rinunciare al suo inconfondibile stile.