Le ultime dalla PFM

È uscito il nuovo live della PFM: un’ora e mezza di musica che ripercorre la carriera della band italiana di rock progressivo più famosa al mondo.

Nelll’estate 2022 la Premiata Forneria Marconi ha registrato il concerto dell’Estival Jazz di Lugano con brani tratti dall’ultimo album HO SOGNATO PECORE ELETTRICHE, dalle produzioni degli anni Settanta come STORIA DI UN MINUTO, PER UN AMICO, PHOTOS OF GHOSTS, CHOCOLATE KINGS e qualcosa del nuovo millennio (STATI DI IMMAGINAZIONE, PFM IN CLASSIC). Il disco inaugura una nuova collana discografica chiamata “PFM Live Collection”. Abbiamo incontrato Franz Di Cioccio e Patrick Djivas per saperne un po’ di più.

THE EVENT – LIVE IN LUGANO: il primo di una nuova serie di dischi?
Franz
: Suonare dal vivo per noi è un fatto fisico. Quando vediamo che la risposta da parte del pubblico è molto calda, è anche bello lasciare qualcosa che rimanga, anziché fare un disco che tutti si aspettano.

Patrick: In questo caso c’era un festival, un’occasione particolare con parecchi brani strumentali con i quali ci divertiamo molto. La collana nasce da questo: quando ci troviamo bene sul palco e siamo felici di quello che sta accadendo. I nostri brani, soprattutto quelli strumentali, non sono mai uguali. Di solito ai concerti il pubblico ha un atteggiamento rassegnato quando arriva uno strumentale, tipo “aspettiamo che passi”, mentre nel nostro caso la gente li attende e ne parla costantemente, perché è un po’ la nostra storia. Questa sarà una collana di momenti che vogliamo fermare su nastro.

E gli ospiti, Mancuso e Zabbini?

Patrick: È successa una delle serendipità che accadono alla PFM; il nostro chitarrista Marco Sfogli era in Spagna e non riusciva a tornare. Sono andato al Blue Note di Milano a sentire Matteo Mancuso, chitarrista straordinario di rilevanza mondiale. Suo padre è un musicista che ci conosce molto bene. Gli ho proposto una serata. Ha imparato il repertorio ed è stato fantastico.

Franz: Si è buttato, esattamente come facciamo sempre noi. Luca Zabbini ci è stato vicino da sempre. Quando abbiamo voluto affiancare un tastierista al nostro Alessandro Scaglione, gli abbiamo chiesto di venire in tour con noi. È bravissimo, soprattutto con l’organo.

Come è nata la scaletta di questo concerto?
Franz
: Abbiamo messo assieme brani in cui ognuno si trova, con spazi per la chitarra, per il basso... I nostri brani cambiano, si muovono in continuazione. Io non ho mai suonato la batteria pensando di rifare esattamente quello che ho registrato in un disco, mai nella vita. Oggi Impressioni di settembre è qualcosa di molto diverso, più largo, ha un lavoro di basso con un riff pazzesco, che arriva subito allo stomaco, perché introduce la storia prima ancora di arrivare alle prime parole. PFM IN CLASSIC era un progetto da pazzi: prendere Prokofiev e metterci le mani facendolo nostro, rendendolo fluido per farlo vivere alla gente. Patrick: Non abbiamo scimmiottato melodie classiche con strumenti nostri, ma aggiunto musica pensando a cosa avrebbe fatto Mozart se avesse avuto a disposizione la PFM.

Il Guglielmo Tell dal vivo lo facevate già nel ’74...

Patrick: Sì, ma quello è nato per caso; eravamo in America e facevamo il Poseidon che era maestoso e la gente impazziva. A un certo momento, qualcuno di noi è partito con la galoppata e abbiamo suonato il Guglielmo Tell: in pubblico è andato fuori di testa, saltava sulle sedie...
Franz: Anche La luna nuova è un macigno musicale, anche se poi la melodia stempera... musica classica portata al pubblico.

…Continua su Classic Rock numero 125!

 

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