È sempre un rapporto speciale tra batte risti e bassisti. E anche se Clem Burke dei Blondie e l’ex Sex Pistols Glen Matlock non sono sposati, si beccano con una tale noncuranza e serenità che potrebbero benissimo esserlo. Incontriamo queste due monumentali leggende del punk a Colchester. Si trovano nella città più antica d’Inghilterra per suonare assieme ai Lust for Life (un gruppo di seguaci di Iggy Pop, capitanato da Katie Puckrik). Dopo esserci versati un drink, Glen — freddoloso, in cappello e sciarpa — si avventura in un aneddoto riguardante lo scomparso tastierista dei Faces, lan McLagan, mentre Clem, sciccosissimo, occhi sfavillanti e taglio perfetto, rockstar fino al midollo, arriva dal camerino.
Glen: Ian era il massimo: un tipo adorabile, divertente...
Clem: Anch'io conoscevo lan. Anzi, ci ho fatto due dischi.
Glen: Comunque, tornando a...
Clem: Sto parlando io.
Glen: Veramente parlavo io, e tu ti sei intromesso. Stavo raccontando una storia, ma non importa.
Clem (piccato) Dai Glen, forza. Non t’interrompo mica.
Glen: (dopo un lungo sospiro) Avevo avuto la fortuna di poter fare dei concerti con i Faces, e Mac disse: “Come va sul palco?”. Io risposi: “L'ultima volta ho fatto un paio di cazzate”. E lui: “Oh, non preoccuparti. Avresti dovuto sentire cosa suonavo io. Ero terribile”, e scoppiò a ridere. Per lui non c’era niente di troppo serio. Eravamo a un concerto nel corso del Vintage Festival e fa: “Sai, mi innervosisce”. Mi guardo in giro, e vedo Jeff Beck da una parte sul palco. Gli dico: “Mac, può anche essere un dio con la chitarra, ma scommetto che non sa suonare il piano come te”. E lui: “Hai ragione”, e si mise a suonare.
Glen, parliamo del primo contatto con Clem.
Glen: Avevo visto delle foto dei Blondie, e non erano dei vecchi punk rocker sgangherati. Avevano classe. Avevano un non so che di pop. Credo che la prima volta che incontrai Clem fu quando feci un concerto con Sid Vicious all’Electric Ballroom. I Blondie erano venuti tutti e, mi ha detto poi Clem, c’era anche Marc Bolan. Ricordo anche Phil Lynott... Quando sei in un gruppo, spesso incontri altra gente, e tendi a stare pIù con quelli con cui ti trovi bene. Per cui, direi che essendo io un bassista e lui un batterista, c’era una specie di affinità.
E tu cosa ricordi, Clem?
Clem: Anni Settanta, quando lo volevo in un gruppo che stavo cercando di mettere assieme con Eric Faulkner [dei Bay City Rollers] e Paul Weller [poi coi Jam]. Era una specie di sogno a occhi aperti. Con i Blondie ci eravamo presi una pausa, e anche se avevamo un grande successo io cercavo sempre di fare qualcos'altro, giusto per continuare a suonare, che è quel che faccio tuttora. Non ricordo precisamente cosa successe con quel gruppo, ma ricordo bene che passammo un sacco di pomeriggi al Roebuck di King's Road.
Anche se il dibattito su chi abbia inventato il punk è ancora aperto, è innegabile che ci siano sempre state differenze tra la scena inglese e quella USA. Di recente ho parlato con Dave Vanian e Captain Sensible: dicevano che quando i Damned suonarono per la prima volta al CBGB nella primavera del 1977, i gruppi di New York rimasero disgustati da quanto fossero ubriachi “gli inglesi”.