Gli Anni Ottanta sono un periodo assai fecondo per il Rock. Sul primo volume abbiamo passato in rassegna alcuni dei dischi e dei gruppi indimenticabili di quel decennio, ma il discorso non poteva certo finire lì. Perché è negli incredibili Eighties che artisti dalla pelle nera si prendono il centro del palco e ci restano a lungo, illuminati dall’occhio di bue come le star che sono diventati. Su tutti, una donna fantastica per voce, carisma e presenza scenica: Tina Turner, che è in giro da un pezzo, si è finalmente liberata del dispotico marito e, proprio in questi anni, conquista tutti con pezzi immortali come “What’s Love Got To Do With It” o “The Best”. E che dire di Prince? “Purple Rain” è del 1984 ma a risentirla è come se non fossero passati quarant’anni e lui fosse ancora qui, con i suoi abiti stravaganti e la sua sensibilità.
Ma questi sono anche gli anni di “Thriller”, successo assoluto di Michael Jackson e video che tutti abbiamo visto cento volte senza stancarci mai. Sono gli anni di “Nebraska”, il disco solitario del Boss prima di esplodere ovunque con “Born In The USA”. Sono anche gli anni del metallo stridente dei Judas Priest e della voce capace di acuti pazzeschi del loro frontman, Rob Halford, primo rocker duro e puro a fare coming out continuando a salire sul palco con un’Harley per far ruggire il motore attraverso il wall of sound. Sono anni davvero fantastici, conclusi dal crollo del Muro di Berlino che ispira la magnifica “Wind of Change” agli Scorpions. Nostalgia eh?