FOO FIGHTERS: la copertina del mese

Foo Fighters – L-R: Chris Shiflett, Taylor Hawkins, Dave Grohl, Nate Mendel – photographed backstage at the Baltimore Arena in Baltimore MD USA – 10 May 2000. Photo credit: Tony Woolliscroft/IconicPix

Quando nacquero i Foo Fighters in pochi li presero sul serio…

Quando nacquero i Foo Fighters, gli addetti ai lavori pensarono al classico progetto parallelo e in pochi presero sul serio Dave Grohl. Anche i fan dei Nirvana non sembrarono né sorpresi né entusiasti e la notizia dell’uscita del debutto, il 4 luglio 1995, fu accolta da parecchia indifferenza. Forse era troppo presto e molti fan erano ancora sconvolti da quello che era accaduto l’anno prima. Le registrazioni si erano tenute nell’ottobre ’94 allo studio Robert Lang di Seattle sotto la supervisione di Barrett Jones, e l’unico contributo esterno era stata una parte di chitarra suonata da Greg Dulli degli Afghan Whigs in X-Static. Prima del tour europeo del ’94, i Nirvana avevano programmato delle sessioni in quello studio ma Cobain fu sempre assente e così Grohl e Novoselic lavorarono su alcune idee del batterista, in seguito sviluppate e diventate tracce di caratura come Alone+Easy Target, Big Me e Butterflies. Nell’ultimo giorno, Cobain si presentò e i tre registrarono You Know You’re Right, ultima incisione prima dello scioglimento e materia di controversia legale.

Una volta completato il debutto, Grohl si era impegnato a cercare dei musicisti per suonare dal vivo e aveva reclutato il chitarrista Pat Smear, ex Germs e turnista nei Nirvana dopo la pubblicazione di IN UTERO, e la sezione ritmica dei Sunny Day Real Estate, il bassista Nate Mendel e il drummer William Goldsmith.

Dave Grohl: “Ogni volta che mi sedevo alla batteria, pensavo a Kurt e ai Nirvana”

Foto via: www.feelnumb.com

Avevo 25 anni quando è morto Kurt” – ricorda Grohl – “e non sapevo cosa fare. Mi avevano proposto di entrare in un paio di band come batterista, ma non mi vedevo più in quel ruolo. Ogni volta che mi sedevo alla batteria, pensavo a quando stavo con i Nirvana. Buttai giù un paio di pezzi in luna di miele, a Dublino. Avevo comprato una mini chitarra elettrica. Così nacquero This Is A Call e Watershed. Sulla via del ritorno, pensai di affittare uno studio e registrare dei demo per gli amici. Ne feci cento copie e lo consegnai a Krist, Alex Macleod, il tour manager dei Nirvana, Gary Gersh della Capitol, in precedenza A&R dei Nirvana alla Geffen, e Mark Kates, il suo successore. Un giorno, mi trovavo in un bar di Los Angeles con Pat e anche a lui diedi il demo. Non pensavo minimamente che volesse suonare con me. Se ne andò a casa della sua ragazza e in macchina ascoltò alcune tracce, rimanendo colpito da For All The Cows. Tornò indietro per dirmelo. Dopo due settimane lo chiamai e mi disse che stava preparando le chitarre per il tour. Gli chiesi di quale tour stesse parlando e lui rispose: il nostro!

Nel ’92, con lo pseudonimo di Late!, aveva registrato una musicassetta intitolata POCKETWATCH (di cui faceva parte Friend Of A Friend, poi ripresa su IN YOUR HONOR), ma niente di più e anche stavolta pareva di trovarsi al cospetto del classico gruppo nato senza pretese e quasi per gioco.

Da giovane, qualcuno mi fece ascoltare il primo solo album di Stewart Copeland, pubblicato sotto lo pseudonimo di Klark Kent, e pensai che fosse figo che la gente potesse valutare oggettivamente il materiale senza sapere che si trattava di Stewart Copeland dei Police! Era quello il mio obiettivo quando la label indipendente Simple Machines mi chiese i pezzi che avevo da parte”.

Krist Novoselic invece non fu della partita: “Un giorno mi chiamò per farmi sentire i nuovi dischi di John Paul Jones e Diamanda Galas. Ci trovammo per delle jam e scrivemmo qualche pezzo per batteria e basso. Ci sarebbe piaciuto portare in tour quel materiale, ma Krist era occupato con la Bosnian Relief Organisation e la sua fattoria nel bel mezzo del nulla nello Stato di Washington”.

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