THE DOORS: “L’alcol è stato colpevole della morte di Jim”

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The Doors: “La morte di Jim? Dobbiamo accettare che l’alcool è stato il principale colpevole.”

Jim Morris è sepolto al cimitero parigino di Pere Lachais, 6° divisione, 2° fila. In cima alla lapide, una bottiglia di vino vuota e alcuni girasoli; nella sabbia che impolvera la tomba i visitatori lasciano rose e poesie italiane o francesi. C’è anche un pacchetto di sigarette. L’unico suono che si può ascoltare lì intorno è il canto degli uccelli. Una scena tranquilla, ed eterna, in contrasto con gli eventi del 3 luglio del 1985, quando decine di appassionati si ritrovarono per il quattordicesimo anniversario dalla morte di Morrison. Quel giorno, ci furono atti dissacranti e chiasso, tanto che la Guardia Nazionale Francese dovette intervenire per disperdere la folla, utilizzando gas lacrimogeni. I genitori di Jim sostituirono poi la lapide del figlio, nel 1990, inserendo una targa di bronzo che reca la scritta ‘Kata Ton Daimona Eyatoy‘, traduzione dal greco, che alcuni dicono voglia dire ‘Lo spirito divino dentro di sé‘, altri preferiscono ‘Ebbe i suoi demoni‘.

Quando Jim Morrison lasciò LA per andare a Parigi, in una tiepida giornata di marzo del 1971, i Doors stavano dando gli ultimi ritocchi a L.A. Woman; nessuno di loro poteva immaginare che sarebbe stato l’ultimo album del cantante.Jim non era nelle migliori condizioni fisiche“, il tastierista, Ray Manzarek, lo ricordava così: “Quel ragazzo, che era stato un nuotatore discreto a scuola, stava bevendo troppo, non si stava prendendo cura di sé stesso. Penso che il suo record sia stato qualcosa come 27 Mai Tais (un cocktail a base di rum), in un’unica serata. L’alcol aveva plasmato un’altra persona, uno che nel mio libro, Light My Fire: My Life With The Doors, ho chiamato con un altro nome: c’era Jim, e poi c’era il suo omuncolo, l’alter ego Jimbo. Ed è stato Jimbo ad aver distrutto Jim a Parigi.

Ho sentito tante storie sulla sua morte“, disse, “Tanto che ora fatico a separarle fra loro; non credo che gli abbiano sparato né che sia stato accoltellato, credo sia morto per cause naturali. Si sentono storie di eroina, storia di droga; storie di Jim che muore in silenzio nella vasca da bagno, mentre Pamela (Courson, la sua ragazza) dorme in camera da letto… Da dove cominciare? Ci sono altri che dicono che abbia avuto un infezione polmonare, che lo ha portato ad un attacco cardiaco: potrebbe essere una possibilità, perchè durante le registrazioni di L.A. Woman, Jim tossiva veramente un sacco. Qualunque sia lo scenario, comunque, penso che dovremmo accettare il fatto che l’alcool sia il colpevole numero uno: lo indebolì nella resistenza, e anche il sistema nervoso ne risentì moltissimo.

L.A. Woman fu il sesto album dei Doors. Il loro album del ’69, The Soft Parade, fu un esperimento senza successo, con archi e ottoni. Nel 1970, con Morrison Hotel, segnarono un ritorno alle proprie radici blues di Chicago, facendo molto per ripristinare la credibilità musicale della band. Meno utile, furono i ricorsi contro Morrison, per crimini di atti profani e indecenti durante un concerto del marzo del ’69 a Miami, che, ancora in corso, causarono forti tensioni interne. Nessuno, in quel momento, li avrebbe presi per degli spettacoli, così fu anche quando iniziarono a lavorare su L.A. Woman. In un certo senso fu anche una benedizione, perchè Morrison non era più in grado di mantenere il tenore di un tipico spettacolo dei Doors.

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La carriera dei Doors era in discesa e ben presto avrebbe condotto alla morte di Jim

Nonostante questi problemi, i Doors raduraono un po’ di materiale per L.A. Woman, in linea con la tradizione della band. Il passo successivo sarebbe stato quello di proporre i brani al team di produzione di Paul Rothschild e Bruce Botnick. E così, suonarono. Ma Paul non sembrò per nulla soddisfatto.
Krieger ricorda: “Ad essere onesti, non so davvero se fosse la musica o qualcos’altro. La cosa certa è che Rothschild aveva appena finito di produrre l’ultimo album di Janis Joplim, (Pearl, pubblicato nel febbraio del ’71) e Janis era morta. Probabilmente pensava che Jim sarebbe andato nella stessa direzione.

Purtroppo, Rothschild, ci aveva visto giusto. Ma come Krieger raccontò durante un’intervista: “Quello che in realtà accadde è questo: la carriera dei Doors era in discesa da tempo. Quando iniziammo a lavorare su L.A. Woman, Jim non era veramente interessato, questo già dal terzo album. Avrebbe voluto fare altre cose. Il problema è che pur essendoci grandi pezzi, come Riders On The Storm, Jim non era in grado di cantarli. Non abbiamo potuto suonare decentemente, è stato come vedere un ottantenne correre una maratona.

Rothschild aveva già  lavorato al Sunset Sound Studio, ma nessuno, e meno di tutti Morrison, era particolarmente ansioso di tornare a registrare in un ambiente pressurizzato, eccessivamente familiare, e in cui la band aveva tracciato i primi due album. Botnik e la band trovarono una soluzione, reciprocamente gradevole: costruirono uno studio improvvisato sulla Santa Monica Boulevard, dove si trovava l’ufficio dei Doors, e sarebbe stato anche lo spazio per le prove, in un edificio di stucco giallo e sopra ad un negozio di antiquariato. Sembrava perfetto. Visitando quell’indirizzo oggi, troverete un ristorante italiano chiamato “Benvenuto“. Nel 1971, però, l’erba del giorno, era la marijuana, non il basilico: negli uffici dei Doors, ha ricordato Manzarek qualche anno fa: “Le vibrazioni erano ben sintonizzate da anni di alcool, erba, risate e un filosofare confuso“. Tutto ciò lo rese il luogo ideale, in grado di mostrare, che i Doors avevano ancora qualcosa da dire. Con Morrison alla voce, Krieger alla chitarra. John Densmore alla batteria e Manzarek alle tastiera, la band eradi nuovo sul pezzo.

Quando gli chiesero del brano Hyacinth House,  Manzarek disse: “E’ una di quelle canzoni misteriose per cui ci sarebbe bisogno di Jim per una spiegazione. ‘Perché avete gettato il Fante di Cuori / Era l’ultima carta del mazzo che mi restava da giocare.’  Deve esserci qualche significato simbolico intrinseco, di un uomo vicino alla morte, un jack con un occhio solo. Il jack di cuori avrebbe riaperto il cuore di Jim, che l’alcol aveva tappato. Jimbo aveva chiuso lo sciamano fuori dai nativi americani, i cowboy avevano ucciso gli indiani, e Jim Morrison, come sciamano, era quasi morto. Ma gli restava quel jack, con un solo occhio, da giocare. One-Eyed-Jacks è un film di Marlon Brando, cui Jim era molto affezionato. Ognuno può dare la propria interpretazione, ma credo che questa sia dannatamente buona.

Krieger: “Hyacinth House è stata elaborata a casa mia. Non c’è nessun grande mistero. I giacinti crescevano alla nostra finestra, e i leoni di cui Jim parla sono in realtà i miei gatti. Avevo un gatto domestico e un gatto selvatico, un po’ come una lince.” In fin dei conti, non importa cosa sia esattamente Hyacinth House, anche se la salute di Jim era in gran parte deteriorata, anche Paul Rothschild, avrebbe dovuto ammettere che i Doors avevano fatto centro di nuovo. A Morrison però, restava ancora una carta da giocare: a breve avrebbe annunciato il suo trasferimento a Parigi. Fu un enorme, sgradita, sorpresa.

Manzarek: “Siamo rimasti scioccati. La prima domanda fu: ‘Quando hai intenzione di partire?’ ‘Un paio di mesi, forse sei’. Avevamo adempito al nostro contratto di sei mesi per L.A. Woman, e Jim sentiva che era giunto il momento di riposare, e recuperare le forze prima di scoprire cosa sarebbe avvenuto dopo. Il processo per le oscenità di Miami stava per chiudersi, forse ci avrebbe scritto un libro.

Krieger: “Perché Jim partì? In parte fu perchè non riuscimmo a suonare dappertutto, in parte perchè aveva bisogno di allargare i suoi orizzonti, sbarazzarsi di tutti i parassiti e starsene da solo con la sua donna. Fu inaspettato, certo, ma non c’era nulla che avremmo potuto dire. Jim, ovviamente, aveva bisogno di qualche tipo di vacanza, e alla fine concordammo tutti che sarebbe stata una buona idea. Col senno di poi, probabilmente, così non è stato.

Jim Morrison lasciò Los Angeles il 10 marzo del 1971. La sua ragazza, Pamela Courson, che lo ha notoriamente descritto come un poeta che “non dovrebbe sprecare il suo tempo in una band rock’n’roll” era partita già da un mese. Il loro rapporto, li portò ad indulgere in scappatelle, tanto che negli ultimi mesi di vita di Morrison, vivevano ad indirizzi separati. Il 7 maggio, durante un breve soggiorno in un hotel al Rue des Beaux Arts, nella stanza in cui morì Oscar Wilde, Morrison cadde ubriaco dal balcone, atterrando su una macchina parcheggiata lì sotto. Si alzò, si spolverò i vestiti, e se ne andò per proseguire la sua baldoria altrove. Il 14 giugno, parlò al telefono con John Densmore, che lo informò che L.A. Woman stava facendo enormi progressi in classifica, e che alcuni singoli, stavano andando altrettanto bene.

Manzarek disse che avrebbe dovuto (e voluto) riconoscere le prestazioni di Morrison in Riders, come un presagio di morte del cantante: “Quella voce, così sussurrata… si sente come una sovraincisione, come se fosse stata l’ultima performance di Jim sul pianeta Terra…” dice. “E ‘stata la voce degli spiriti, e il mondo degli spiriti stava chiamando il suo sciamano fuori dalla sua forma fisica, verso un successivo regno dell’esistenza. Se avessi saputo che Jim era così vicino alla morte, lo avrei visto come un segno, come un grido di aiuto. Ma aveva solo 27 anni, e sarebbe stato impossibile per chiunque credere che Jim fosse vicino alla morte.” e prosegue: “E’ stato il primo contatto con l’autodistruzione, non pensai che il mio amico si stesse distruggendo proprio sotto ai miei occhi. Per quanto riuscii a vedere, non c’era alcun motivo per farlo. Pensavo che fossimo destinati ad altre cose: film, politica, e quant’altro. Pensavo che avremmo cambiato il destino dell’America.

Jim Morrison: una morte impossibile da accettare

La vita ha lasciato James Douglas Morrison nelle prime ore del 3 luglio del 1971. Ray Manzarek ha trovato la morte (così prematura) di Jim altamente misteriosa e soprattutto, impossibile da accettare. Si erano conosciuti alla scuola di cinema nei primi anni ’60. La prima telefonata che ricevette quel giorno, fu quella del manager, Bill Siddons, che gli diede la tragica notizia. Il cuore di Jim si era fermato.Certo che il suo cuore si era fermato, ma qual’era stata la causa?“, racconta della telefonata con Bill: “Mi disse che non sapeva dire come sembrava Jim, perchè la bara, al suo arrivo a Parigi era già sigillata. Mi arrabbiai, aveva permesso la sepoltura della bara senza aver nemmeno visto il corpo di Jim. Sarebbe potuta essere piena di sabbia e mattoni!” prosegue: “Così sono iniziate le voci. Nessuno aveva visto il corpo di Jim, a parte Pam, Agnes Varda e Alain Ronet, e nessuno di loro ne parlava. Ecco perchè c’è chi dice che Jim sia ancora oggi vivo e vegeto.

Krieger: “E’ stato strano, e difficile, non andare al funerale di Jim. Sono andato a Pere Lachaise in seguito, ma è stato strano, troppo. Tutti questi hippie intorno alla sua tomba, come in un circo. Non era l’ambiente ideale per mettersi in contatto coi propri sentimenti.

Niente aumenta la visibilità di una rock star come la morte, quando Jim morì a 27 anni, (come Janis Joplin, Jimi Hendrix, Brian Jones, e Kurt Cobain, tutti morti a quell’età fatale), si assicurò un posto al tavolo degli alti annali delle tragedie del rock.Sai, Jim è in gran forma oggi. Starà facendo il bagno in qualche sorprendente luogo caraibico. Lui e Pamela saranno eternamente giovani, sono in vacanza in paradiso, e sono molto, molto felici…

Fonte.

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