Greg Dulli abbandona gli Afghan Whigs

Intervista esclusiva a Greg Dulli che ci parla del suo primo disco solista, RANDOM DESIRE.

Greg Dulli abbandona gli Afghan Whigs… ma solo momentaneamente. RANDOM DESIRE è il suo primo disco solista. Lo abbiamo intervistato.

È molto che prepari il tuo debutto solista?

No. Dopo IN SPADES, Patrick Keeler stava per rimettere insieme The Raconteurs, John Curley aveva deciso di tornare a studiare e la moglie di John Skibic era incinta… insomma, tutti avevano qualcosa da fare. Io non avevo mai seriamente considerato di registrare un disco solista, anche se Mark Lanegan ha cercato di convincermi a farne uno per vent’anni… Tra tutti i miei amici, lui è stato il più contento.

Hai scritto tutto da solo?

Sì, e ho suonato quasi tutto da solo, perché volevo fare le cose velocemente: quando lavori con molti musicisti devi sempre aspettare, spiegare cosa vuoi… Ho chiesto aiuto solo quando avevo bisogno di qualcosa di particolare. Ad esempio, il mio drumming è molto semplice e basilare, quindi per un pezzo come Sempre ho chiamato Jon Theodore [Queens of the Stone Age, The Mars Volta, ndr]. Skibic suona in otto pezzi, perché sa fare cose che io mi sogno. Rick Nelson è il mio coltellino svizzero, suona tutti gli strumenti ad arco. E poi c’è il mio dottore, Stephen Patt, che è un grande esperto di pedal steel guitar e contrabbasso.

Perché RANDOM DESIRE?

Per me, i titoli sono molto importanti. Di solito prendo appunti e li metto in un cassetto. Un giorno ho scritto su un foglietto le parole powder burns, dynamite steps e in spades. Sono diventati due dischi dei Twilight Singers e uno dei Whigs: foglietto buttato. Poi ho iniziato a usare il mio cellulare. Adesso la lista è elettronica.

E gli Afghan Whigs?

Torneranno nel 2021: se non c’è John Curley, niente Whigs.

L’intervista completa a Greg Dulli la trovi su Classic Rock 87, in edicola e in digitale.

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