Il mito degli AC/DC

Era il 1976 e gli AC/DC stavano sfornando hit come fossero panini caldi, mentre i loro fan diventavano sempre più grezzi.

Il resto della cover story, firmata da Irene Thornton, è disponibile all'interno di Classic Rock 88.

Una delle loro ultime esibizioni a Melbourne fu al Myer Music Bowl, e ancora una volta finì nel caos. Il posto staccò la corrente e, per vendicarsi, la folla fece piovere lattine di birra sul palco. 

Quando Bon Scott parlò per la prima volta del desiderio di unirsi alla band, il nostro amico Ron Alphabet aveva cercato di dissuaderlo perché, secondo lui, gli AC/DC erano «una stronzata da finocchi».

Gli AC/DC erano andati bene in Australia, ma per loro non era abbastanza. Nulla aveva senso se non potevano sfondare in tutto il mondo. E non si ponevano nemmeno la domanda, lo avrebbero fatto e basta. Avrebbero iniziato con poco e avrebbero lavorato e alla fine sarebbero arrivati in cima.

Il debutto degli AC/DC a Londra fu alla fine di aprile al Red Cow a Hammersmith. Suonarono il primo set davanti a una cinquantina di persone, e il secondo davanti alla sala piena zeppa – la leggenda narra che chiunque avesse visto il primo set fosse corso fuori durante la pausa a chiamare i propri amici. Alla fine del mese uscì la versione per il mercato inglese di HIGH VOLTAGE, una compilation di tracce prese da HIGH VOLTAGE e T.N.T., ma la stampa britannica non impazzì più di tanto. 

Il resto della stampa era ossessionato dalla nascita del punk, e gli AC/DC non rientravano in quel calderone. Ma la band non si fece toccare dalla cosa e i ragazzi ci lavorarono su. Ogni volta che parlavano alla stampa, gli AC/DC facevano del loro meglio per sollevare dei polveroni e per fare colpo, ma furono i loro concerti dal vivo ad attirare il rispetto riluttante della mafia musicale di Londra. 

Angus faceva vedere il culo praticamente a tutti gli spettacoli, si arrampicava sulle spalle di Bon e si contorceva mentre suonava la chitarra come se stesse subendo un elettroshock.

Facevano un rock’n’roll energico e sfacciato, e una volta che li avevi visti, non riuscivi a scordarteli – avevano solo bisogno di un numero sufficiente di occhi che li osservassero.

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