Era il 1976 e gli AC/DC stavano sfornando hit come fossero panini caldi, mentre i loro fan diventavano sempre più grezzi.
Il resto della cover story, firmata da Irene Thornton, è disponibile all'interno di Classic Rock 88.
Una delle loro ultime esibizioni a Melbourne fu al Myer Music Bowl, e ancora una volta finì nel caos. Il posto staccò la corrente e, per vendicarsi, la folla fece piovere lattine di birra sul palco.
![bonn scott ac/dc](https://stonemusic.it/wp-content/uploads/2020/03/095816118-ed263e39-f427-4b8d-9999-21a4da61f8f5-644x358.jpg)
Quando Bon Scott parlò per la prima volta del desiderio di unirsi alla band, il nostro amico Ron Alphabet aveva cercato di dissuaderlo perché, secondo lui, gli AC/DC erano «una stronzata da finocchi».
Gli AC/DC erano andati bene in Australia, ma per loro non era abbastanza. Nulla aveva senso se non potevano sfondare in tutto il mondo. E non si ponevano nemmeno la domanda, lo avrebbero fatto e basta. Avrebbero iniziato con poco e avrebbero lavorato e alla fine sarebbero arrivati in cima.
Il debutto degli AC/DC a Londra fu alla fine di aprile al Red Cow a Hammersmith. Suonarono il primo set davanti a una cinquantina di persone, e il secondo davanti alla sala piena zeppa – la leggenda narra che chiunque avesse visto il primo set fosse corso fuori durante la pausa a chiamare i propri amici. Alla fine del mese uscì la versione per il mercato inglese di HIGH VOLTAGE, una compilation di tracce prese da HIGH VOLTAGE e T.N.T., ma la stampa britannica non impazzì più di tanto.
Il resto della stampa era ossessionato dalla nascita del punk, e gli AC/DC non rientravano in quel calderone. Ma la band non si fece toccare dalla cosa e i ragazzi ci lavorarono su. Ogni volta che parlavano alla stampa, gli AC/DC facevano del loro meglio per sollevare dei polveroni e per fare colpo, ma furono i loro concerti dal vivo ad attirare il rispetto riluttante della mafia musicale di Londra.
Angus faceva vedere il culo praticamente a tutti gli spettacoli, si arrampicava sulle spalle di Bon e si contorceva mentre suonava la chitarra come se stesse subendo un elettroshock.
![ac/dc](https://stonemusic.it/wp-content/uploads/2020/03/vXjlajJw-1024x576.jpeg)
Facevano un rock’n’roll energico e sfacciato, e una volta che li avevi visti, non riuscivi a scordarteli – avevano solo bisogno di un numero sufficiente di occhi che li osservassero.