Gianni Leone tra punk, disco music e droghe

Il cantautore e musicista napoletano ricorda in un'intervista gli anni selvaggi trascorsi tra Londra e New York, nell'era del punk e degli eccessi.

Il cantautore napoletano Gianni Leone ne ha viste tante in 66 anni di vita: dalle esperienze maturate con il Balletto di Bronzo, il gruppo di rock progressive formatosi a Napoli negli anni 60, alla vita a Londra e New York tra punk e new wave, fino alla carriera solista sotto la sigla "LeoNero".

Quando viene intervistato, Gianni Leone sembra un fiume in piena. Il suo racconto ci porta in epoche lontane, così estreme da sembrare quasi irreali ai nostri giorni.

Ho fatto, visto e vissuto tutto prima degli altri. Sono sempre stato il più giovane nei vari gruppi e mi sono sempre trovato al posto giusto nel momento giusto, spesso in anticipo sui tempi. Non ho mai ricercato un profitto, ho sempre pensato solo a vivere fino in fondo ciò che stavo facendo. Ho sempre vissuto solo per la musica.

Gianni chiarisce fin dall'inizio quanto la passione per la musica abbia vinto su tutto. Addirittura, i primi brani scritti per il Balletto di Bronzo furono firmati da una signora di Napoli. Gianni era troppo giovane per farlo. Non era troppo giovane però per assistere allo scorrere di momenti storici del rock: il musicista conobbe attraverso i loro dischi Jimi Hendrix, i Nice di Keith Emerson, Frank Zappa, prima che arrivassero nel normale circuito italiano.

Quando pensiamo ai Balletto di Bronzo, l’immagine che ci si pone davanti è quella di un ragazzo con i capelli lunghissimi, ossigenati, con anelli, orecchini e calzamaglia. E fa sorridere pensare a come quell'aspetto così eccentrico Gianni se lo sia costruito da solo, cucendo le tende di casa

L'esperienza più interessante vissuta da Leone, però, sembra sia stata quella solista. Allora Gianni Leone viveva a Londra ed era l’epoca del punk.

A Londra vivevo vicino a Sex, il negozio di Malcom McLaren e Vivienne Westwood: ci passavo spesso e talvolta incontravo Johnny Rotten. Mi invitarono, esattamente il 14 novembre del 1976, a vedere un concerto di questo nuovo gruppo, i Sex Pistols! Fu un’esperienza incredibile ed eccitante, dove successe di tutto, tra sputi, bicchieri di birra che volavano, botte. 

Poi si trasferì a New York, dove conobbe i Dead Boys, Debbie Harry, i New York Dolls. Rivela, sorridendo, di aver addirittura suonato con i membri della Plastic Ono Band e di essersi ritrovato in camera con Yōko Ono. Una vita selvaggia, quella negli Stati Uniti: jam session infinite, droghe, sesso occasionale e giri in Limousine durante la notte. Il musicista napoletano rimase anche coinvolto parzialmente nel famosissimo omicidio di Nancy Spungen, fidanzata di Sid Vicious, al Chelsea Hotel, ricevendo poi minacce così pesanti da dover lasciare New York (grazie anche all'aiuto economico dei Rolling Stones).

Dopo New York, il soggiorno a Los Angeles, dove Gianni vide le Go Go’s agli esordi. Registrò lì, con il nome di Leo Nero, l’album MONITOR, dalle influenze new wave, con la Optical Band (insieme a membri dei Plugz). Nel 1982 rientrò in Italia, dopo essere stato truffato da un manager italiano.

Sembra strano pensare a come oggi, proprio quel fiume in piena che ha vissuto la musica in tutte le sue sfaccettature e trasgressioni, abbia preso la distanza da ogni eccesso. Ora, vegetariano e salutista, Gianni Leone traccia un bilancio personale del rock:

So cos'è il rock, perché l’ho vissuto e veramente. Ma il rock non è la nostra cultura, rassegniamoci, noi abbiamo l’opera e la canzone napoletana. Noi italiani abbiamo saputo interpretarlo e renderlo nostro attraverso quello che definiamo prog.

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