Caravan: quella fiaba in musica che fu IN THE LAND OF GREY AND PINK

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Anche senza i racconti di Chaucer, Canterbury ha ancora molto da dire. Ce lo hanno dimostrato i Caravan, gruppo prog inglese, con il loro album IN THE LAND OF GREY AND PINK. 

Nel 1971 usciva IN THE LAND OF GREY AND PINK che, con le sue atmosfere favolistiche e il suo sound jazz rock, è da molti considerato un vero e proprio capolavoro, oltre che un classico prog. Con questo album che li avrebbe consacrati al successo, i Caravan ci propongono un viaggio onirico in un mondo fantastico. 

Il gruppo era nato nel 1968 a Canterbury e, insieme ai Soft Machine (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo), fa parte della Scena di Canterbury, una corrente progressive rock sviluppatasi negli anni Settanta nella cittadina del Kent. Ma, mentre i Soft Machine aprirono la strada a un filone basato sulla fusione e la sperimentazione, lo stile dei Caravan mischia pop, jazz rock e rock psichedelico. 

IN THE LAND OF GREY AND PINK è il terzo album della band, pubblicato dalla Dream Records nell'aprile 1971. Le armosfere fantastiche che permeano tutta l'opera si intuiscono già dall'iconica copertina ad opera di Anne Marie Anderson, che ci catapulta in un mondo fiabesco, forse ispirato agli scenari fantastici di Tolkien

Anche i pezzi dell'album, tutti firmati da Richard Sinclair eccetto Love to Love You del chitarrista Pye Hastings, riflettono queste atmosfere magiche e anche un po' gotiche. Basti pensare al brano di apertura, Golf Girl, che ci catapulta fin dalla prima strofa in un mondo surreale: in un campo da golf, a bere una tazza di tè con una golf girl vestita in P.V.C. 

Standing on a golf course
Dressed in P.V.C.
I chanced upon a golf girl
Selling cups of tea
She asked me did I want one
Asked me with a grin
For three pence you can buy one
Full right to the brim

Ma a lasciare a bocca aperta è anche il lato B del disco, dove ci imbattiamo in Nine Feet Underground. Si tratta di un pezzo di ben 22 minuti, ottenuto dall'unione di segmenti musicali ad opera del tastierista David Sinclair. Il titolo, letteralmente "nove piedi sottoterra", rimanda allo sgabuzzino dove viveva Sinclair quando compose i pezzi che sono stati fusi poi insieme in quest'opera. Questo immane collage musicale diventa così una suite di otto parti. 

Non ci sono dubbi, con questo album i Caravan si mostrarono degni rappresentanti della Scena di Canterbury, capaci di stupire il loro pubblico, aprendo scenari magici e inesplorati.

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