Blondie: tutte le battaglie di Debbie Harry

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Negli anni Settanta fece scalpore la sua affermazione "Soltanto le donne e i gay hanno qualcosa di nuovo da dire nel rock". Ecco tutte le battaglie per cui si è battuta Debbie Harry:

Essere la frontwoman di un gruppo punk rock, in un ambiente prettamente maschile, non doveva essere facile. Ma la voce dei Blondie si è sempre schierata per far sì che le cose cambiassero, per sottrarsi da ogni tipo di oggettificazione. Oggi, come racconta nella sua autobiografia Face It, stima moltissime artiste donne contemporanee, da Lady Gaga a Miley Cyrus

Sicuramente, il percorso artistico e le battaglie ideologiche di Debbie Harry sono state influenzate anche da fatti di vita privata, come lo stupro subito nel suo appartamento davanti al compagno Chris Stein oppure il tentativo di rapimento da parte di quello che lei riteneva essere il serial killer Ted Bundy.

Ma Debbie Harry è sempre riuscita ad uscirne più forte, e a convogliare nei suoi testi un messaggio di emancipazione e uguaglianza. Basti pensare a uno dei pezzi più conoscuti dei Blondie, Call Me, realizzato nel 1980 per la colonna sonora del film American Gigolo: tutto il pezzo è costruito dalla prospettiva di un uomo che si prostituisce. 

La sua battaglia contro ogni forma di discriminazione sessuale, condotta in un ambiente pesantemente sessista, non si fermò solo al mondo della musica, ma si estese anche a quello della cinematografia. In questo campo, Debbie Harry si rifiutò sempre di impersonare il cliché della "bambola bionda" e si cimentò nell'interpretazione dei ruoli più disparati: la casalinga razzista, l'aliena, la madre incestuosa e perfino la strega. 

Ben presto, alla battaglia contro la discriminazione di genere si unì quella per la discriminazione d'età. Nel 2000 venne inserita nel Guinnes dei Primati come "donna più matura al primo posto in classifica", superando Cher di solo pochi mesi. 

Inoltre, in nome dell'uguaglianza Debbie Harry si è sempre battuta per difendere i diritti degli omosessuali. Pioniera dei diritti civili, la ricordiamo al festival "True Colors". Nel 2014 lanciò un segnale molto forte quando si rifiutò di esibirsi con i Blondie in Russia, dove i diritti degli omosessuali continuano ad essere violati. Basti pensare che dal 2012 è in vigore una legge che vieta la propaganda omosessuale (e dunque i gay pride) per cento anni. 

Infine, dal 2017, al lungo elenco delle sue battaglie ideologiche si aggiunge l'impegno per l'ambiente. Impegno concretizzatosi non solo nella partecipazione al concerto "Rainforest Fund Benefit" insieme a Sting e a Lady Gaga, ma anche nell'undicesimo e ultimo album dei Blondie, POLLINATOR

Come si evince già dal titolo, l'album vuole sensibilizzare riguardo il tema della sopravvivenza delle api, fondamentali per l'ecosistema e per il clima. Durante il tour promozionale dell'opera, Debbie Harry si esibiva con un'iconica t-shirt con la scritta "Stop fucking the planet": "smettiamo di distruggere l'ambiente". 

Insomma, Debbie Harry è un'icona del punk rock e una paladina dei diritti civili. Una donna che nella vita è riuscita a liberarsi dalla dipendenza da eroina, che è stata di fianco al suo compagno di allora quando a questo era stata diagnosticata una malattia autoimmune, che ha visto la sua casa portata via da un esattore delle tasse. Ma che, nonostante tutto, a 75 anni ripensa al passato con soddisfazione, e continua ad essere un esempio per tutti i suoi fan. Che dire? Buon compleanno Debbie Harry!

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