Quando i Darkness si meritarono l’appellativo di “nuovi AC/DC”

Un fenomeno passeggero? Ecco come, con l'album PERMISSION TO LAND, uscito esattamente il 7 luglio del 2003, i Darkness hanno lasciato tutti a bocca aperta.

Quando i Darkness, band hard rock britannica, fecero la loro trionfale entrata in scena, ad alcuni parvero un semplice fenomeno passeggero, mentre ad altri sembrò di ascoltare gli AC/DC delle origini

Era il 7 luglio del 2003. I Darkness, dopo circa tre anni passati a suonare live in diversi pub londinesi, pubblicarono il loro primo album in studio, PERMISSION TO LAND

L'album vendette, solo nel Regno Unito, oltre un milione e mezzo di copie raggiungendo la vetta delle classifiche con singoli come I Believe in a Thing Called Love, il cui video divenne letteralmente virale (anche se all'epoca ancora non si parlava propriamente di video virali nell'accezione odierna).

Oltre al talento e all'eccellente abilità compositiva della band, gran parte di questo successo è dovuta alla particolare e affascinante voce del frontman Justin Hawkins che, fin dagli albori della sua carriera, riusciva a passare da parti in falsetto ad altre dal tono molto minaccioso, quasi in growl

Il primo disco arrivò in un momento propizio per il gruppo dato che gli spettacoli dal vivo stavano andando a gonfie vele e la loro popolarità stava crescendo a dismisura dentro e fuori le mura della capitale britannica.

Come accennavamo all'inizio, però, forse per il loro troppo guardare a iconiche band rock, i Darkness non erano proprio visti di buon occhio dall'industria discografica britannica che temeva che la loro stella fosse destinata a spegnersi presto

I ragazzi, però, riuscirono presto a dimostrare il contrario: dopo aver ottenuto un contratto con la Atlantic Records pubblicarono il loro album d'esordio che, appena uscito, si piazzò al secondo posto in classifica muovendosi solo per passare al primo posto, dove restò per ben quattro settimane consecutive.

Gli elementi di ispirazione erano chiari: band del panorama hard rock, gli AC/DC e i Kiss, solo per citarne alcune. Ma anche elementi legati alla propria terra e, in particolare, al folklore della propria zona di origine, il North Suffolk. Per esempio, nella opening track, Black Shuck, si parla di un personaggio ripreso da una leggenda tipica di quei luoghi: si tratta del fantasma di un cane che si dice infesti una chiesa nei pressi di Blythburgh.

Infine, è giusto ricordare che, lontani dall'essere quel fenomeno passeggero che era stato inizialmente pronosticato dall'industria discografica, i Darkness hanno all'attivo ben sei album in studio dei quali l'ultimo, EASTER IS CANCELLED, è stato pubblicato solo lo scorso anno e ha ricevuto un'accoglienza favorevole sia da parte del pubblico che da parte della critica. Insomma, pare che, in fondo, il fuoco dei Darkness bruci ancora oggi e, chissà, forse rimarrà vivo ancora per molti anni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like