Dai nastri psichedelici al krautrock: i primi anni dei Porcupine Tree

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I Porcupine Tree esordirono dal vivo il 4 dicembre 1993 al Nag’s Head di High Wycombe. Una parabola musicale fitta di cambiamenti era appena cominciata...

Per i Porcupine Tree, tutto cominciò nella camera da letto di Wilson, nella città di Hemel Hempstead, dove registrò due audiocassette di musica psichedelica che in seguito verranno pubblicate come ON THE SUNDAY OF LIFE… Dopo l'uscita dell'ipnotico UP THE DOWNSTAIR nel 1993, Wilson cominciò a rendersi conto che esisteva un mercato anche per la sua musica.

Reclutati Richard Barbieri, Colin Edwin e Chris Maitland, i Porcupine Tree esordirono dal vivo il 4 dicembre 1993 al Nag's Head di High Wycombe.

La prima volta che ho ascoltato la sua musica ho pensato: "Che cazzo è ’sta roba?". C'erano delle cose che facevano abbastanza schifo, ma alla fine, entrandoci dentro e diventandone parte attiva, ho cominciato ad adorarle.

Così ammette Chris Maitland, riferendosi alle prime composizioni di Wilson

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Ph. Claudine Schafer

Durante l'estate del 1993, Wilson iniziò a comporre e registrare quello che sarebbe poi diventato THE SKY MOVES SIDEWAYS. L'album rimane uno dei preferiti tra gli appassionati, anche se oggi la band lo vede un po’ troppo tendente alla tipologia di rock progressivo che i Pink Floyd avevano creato negli anni 70.

In precedenza, il gruppo aveva riscosso buoni consensi tra il pubblico hippie grazie ai paragoni con artisti come gli Ozric Tentacles. Spostandosi verso il progressive rock più tradizionale, i concerti dei Porcupine Tree attiravano adesso un pubblico di età più avanzata, vecchi irriducibili che venivano agli spettacoli per vedere questi "nuovi Pink Floyd".

Intelligentemente, Wilson aveva intuito l'andazzo, e per quanto ne fosse lusingato, il parallelismo aveva cominciato un po’ ad allarmarlo. L'idea che i Porcupine Tree venissero visti come un tributo nostalgico ai bei tempi del progressive rock spaziale era considerata una minaccia. Insoddisfatto della direzione musicale che la carriera della band aveva preso, non vedeva l’ora di distanziarsi da quella che percepiva la "scelta di comodo", ovvero continuare a riproporre il progressive vecchia maniera.

E fu cruciale che la decisione di scrollarsi di dosso qualsiasi riferimento al passato sia arrivata proprio in un momento in cui i quattro componenti del gruppo stavano acquisendo grande sicurezza nei loro mezzi.

Per questo, SIGNIFY del 1996 può essere visto come il primo album dei Porcupine Tree moderni, un lavoro in cui convergono le ispirazioni e i caratteri di tutti i membri della band. Un disco essenziale proprio perché, per la prima volta, si incontrano e scontrano le personalità dei quattro, dando vita al suono distintivo che scorre tra i solchi dell'album.

Con SIGNIFY, i Porcupine Tree aggiungono quindi una nuova dimensione al loro approccio musicale. A livello stilistico, viene abbandonato il progressive rock classico per approdare a sonorità che hanno più a che fare con il krautrock dei Neu!.

L'ennesima evoluzione stilistica che darà non pochi grattacapi alla loro etichetta – la Delerium – se non altro al livello di marketing. Ci troviamo infatti alla terza mutazione sonora in altrettanti anni. Pubblicizzati prima come combo pysch/space-rock, reinventati poi come gruppo prog di matrice floydiana… comprensibile come la Delerium fosse un po’ titubante all'idea di doverli riposizionare per una terza volta nel mercato globale

Comunque, la strategia di riposizionamento diede i suoi frutti – SIGNIFY fu il primo album della band a venire recensito anche dalle riviste di musica mainstream (anche se l'accoglienza non fu proprio calorosa). La stampa mostrò al gruppo una certa solidarietà e supporto, specialmente quelle testate dove la conoscenza e il gusto musicale contavano di più dei capricci delle mode discografiche.

Dopo SIGNIFY, però, nella mente e nel cuore di Wilson si fece strada una nuova passione: Beach Boys, Brian Wilson e Crosby Stills Nash & Young. Eccoci allora al 1999 e a STUPID DREAM.

Ma i cambiamenti erano solo all'inizio.

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La storia dei Porcupine Tree continua nell'articolo firmato Rich Wilson, disponibile sul nuovo numero di «Prog», in edicola e sul nostro store online.
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