Quando l’hair metal ha incontrato i Poison

Sono sfacciati, eccessivi e così glam e portano il nome di Poison. Ecco la storia della sconvolgente band hair metal anni '80. 

Se pensiamo al termine Poison ci appare immediatamente la celebre canzone di Alice Cooper del 1989. Ma quell'anno c'erano già i Poison a calcare la scena metal, con uno stile inconfondibile. Li vediamo sul palco, con quella loro follia innata da performersgli abiti attillati e colorati, i capelli cotonati e il trucco marcato.

Se l'hair metal, così in voga negli anni '80, vestisse un capo, quello sarebbe firmato Poison. Certo, i nostri musicisti hanno iniziato la loro carriera tra il 1983 e il 1984 con cover dei Quiet Riot, dei KISS e dei Mötley Crüe, ma nel tempo hanno acquisito un proprio stile estetico e musicale. 

Basti a pensare a successi come Every Rose Has Its Torn, Something To Believe InTalk Dirty To Me, in cui hanno saputo destreggiarsi camaleonticamente tra generi diversi. Da un sound più aggressivo e sperimentale a un tocco più classico. Con i Poison dunque non ci sono vie di mezzo, o si amano o si odiano. E noi li vogliamo omaggiare come una delle band più rappresentative degli anni Ottanta, sin dal primo album, che uscì con il botto nel 1986. Sarebbero bastati solo la copertina e il titolo a incorniciare l'esordio glam dei Poison. L'album infatti, intitolato LOOK WHAT THE CAT DRAGGED IN, ritraeva i volti iper truccati dei musicisti, delle creature androgine abbracciate da colori pop

Da subito esplose l'effervescenza del gruppo, che si rivolgeva al suo pubblico con un heavy metal trainante, condotto dalla chitarra di C.C. DeVille, che scrisse Talk Dirty To Me prima di entrare nella band. La formazione storica vedeva Bret Michaels alla voce, Bobby Dall al basso e Rikki Rockett alla batteria. Tutti giovani e scatenati, pronti a invadere i palchi con la loro presenza infuocata.

Nel triennio dal 1993 al 1996 qualcosa cambiò e Blues Saraceno entrò in scena in veste di chitarrista, dopo la breve parentesi di Richie Kotze. Quest'ultimo partecipò solo a NATIVE TONGUE, quarto album della band che intanto si era fatta conoscere con prepotenza al grande pubblico

La band, nel tempo, collezionò un tour con David Lee Roth e una sequela di retroscena rock 'n' roll. Eccovi un'ultima perla: Nothin' But A Good Time

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