Breve guida per iniziare ad ascoltare Lou Reed

Se pensate sia arrivato il momento di scoprire (o riscoprire) Lou Reed… lo pensiamo anche noi. Ecco quelle che, secondo noi, possono dirsi le perle della sua carriera.

Coney Island Baby

Coney Island Baby è l’avvolgente storia del giovane Lou Reed. Vi si alternano pensieri ossessivi e deprimenti e ragioni per andare avanti. Con il suo tono basso e ruvido, capace di creare una sensazione di morbida amarezza, Reed racconta alcuni momenti della sua vita da giovane liceale. Quando l'artista era infatti un ragazzino, soffriva di disturbi come ansia e attacchi di panico. Il culmine di questo temperamento fragile, curato solo dall’amore per il rock e il blues, fu la decisione dei genitori di curare i suoi disturbi con una terapia legata all’elettroshock. Questa esperienza traumatica fu descritta anche nella canzone Kill Your Sons.

In Coney Island Baby possiamo trovare invece un altro aspetto legato al trattamento. Lou Reed credeva che quei trattamenti avessero lo scopo di inibire i suoi sentimenti omosessuali. Ironicamente, la canzone venne dedicata a Rachel, la compagna transessuale di Lou: Rachel fu un’influenza intensa nella vita dell’artista.

Pale Blue Eyes

Pale Blue Eyes è un’altra perla, una bellissima canzone con cui Lou Reed, insieme ai suoi Velvet Underground, cattura la malinconia. Venne scritta, a quanto si racconta, per Shelley Albin, il primo amore di Lou, che non aveva gli occhi blu, ma nocciola (è lo stesso Lou Reed a raccontarlo nel suo libro Between Thought and Expression). Come si evince dal brano, lui la idealizza, la vede come il riflesso delle sue buone qualità, e finisce per dipendere da lei.

L’ossessione aumenta tanto più che lei è inarrivabile, perché sposata con un altro uomo. The fact that you are married only proves you’re my best friend”: queste parole sono cantate da Lou senza battere ciglio, ma la musica tradisce il risentimento e la tristezza.

Perfect Day

Perfect Day fu scritta nel 1972. Ispirata secondo alcuni dall’eroina, secondo altri dal ritorno del suo primo amore Shelley Albin a New York, la canzone venne inclusa nella soundtrack del film Trainspotting.

Tra estasi e malinconia, “You’re going to reap just what you sow” (raccoglierai quello che semini) è un significativo avvertimento.

Sunday Morning

Nel 1972, Andy Warhol dà il “La” per Sunday Morning. Così, senza troppi giri di parole, chiede a Lou “Perché non scrivi una canzone sulla paranoia?”. Lou Reed aveva già una melodia in mente, ma mancava il testo. Quel suggerimento fu come un’illuminazione, il Grande Soggetto che i Velvet Underground stavano aspettando. Tutti soffrivano di paranoia. E così il coro “Watch out, the world’s behind you” era l’essenza pura della paranoia, la sensazione di essere sempre guardati da qualcuno.

La domenica mattina per come la raccontava Lou Reed con i Velvet Underground era il rimorso di aver fatto qualcosa la sera prima, il pentirsi e forse allo stesso tempo la redenzione nella nuova alba.

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