Come si conobbero Clarence Clemons e Bruce Springsteen?

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Lo sciamanico sassofonista, conosciuto meglio come The Big Man, ha accompagnato la E-Street Band del Boss per oltre quarant'anni, in un sodalizio artistico e affettivo cominciato in maniera poetica nel 1971. Volete sapere come?

Norfolk, Virginia, 11 gennaio 1942. Come per tutti, un luogo e una data incorniciano una nascita, ma quella di Clarence Clemons contiene in sé un grande destino già scritto. Così le radici folk di un'atmosfera arcaica e primordiale sanciscono l'approccio alla musica del futuro Big Man. All'età di nove anni, il piccolo Clemons riceve per Natale il suo primo sassofono. In breve colleziona gli insegnamenti di grandi maestri del sax come King Curtis e Junior Walker, ancora prima delle radici jazz di John Coltrane. E il suo tocco distintivo, accompagnato da una personalità bonaria, carismatica e frenetica, gli permette di conquistare facilmente l'affetto di tutti. Soprattutto di un cantante esordiente dal cuore d'oro, pioniere di un rock unico nel suo genere: Bruce Springsteen.  

E sarà lo stesso Boss a dire di Clemons: "Portava dentro di sé un amore per le persone che lo faceva innamorare di lui". Niente di più vero se consideriamo che, per oltre quarant'anni, Bruce e Clarence hanno intrattenuto una solida e bellissima amicizia professionale e personale. Lo dimostra semplicemente l'iconico abbraccio tra i due alla fine di ogni concerto della E-Street Band. Ma quando iniziò il loro sodalizio musicale? Anche qui torniamo a una data e a un luogo, New Jersey, Asbury Park, settembre 1971. Leggende raccontano di una notte buia e tempestosa, in cui il govane Springsteen stava suonando in un locale universitario, lo Student Prince, con la sua prima, omonima band. E Clarence era abbastanza rodato in quel quartiere espressivo del New Jersey, dove il suo nome già compariva in band come Norman Seldin & The Joyful Noyze. 

Così, quando The Minister Of Soul entrò nel locale, non ci fu bisogno di presentazioni. Chiese a Bruce di poterlo accompagnare sul palco e il risultato fu una splendida versione di Spirit In The NightUna poesia di accordi, una voce inconfondibile e un magico sax. La magia è fatta. Lo riconosce subito anche Springsteen che, in occasione della morte dell'amato collega e amico, nel 2011, dirà: "Sapevamo che eravamo gli anelli mancanti delle nostre reciproche vite". Infatti, da quell'evocativo e simbolico incontro iniziale nasce anche una canzone a descriverlo, Tenth Avenue Freeze-OutNon solo, ma anche un intero album, velato omaggio, nel 1973, GREETINGS FROM ASBURY PARK, N.J. Emerge dunque il mirifico potere di un luogo nel cementare ricordi indelebili. Come se l'amicizia di Scooter e Big Man fosse incanalata nelle pareti di quel locale esordiente. 

A volte, quindi, una fiabesca concatenazione di eventi conduce a un inevitabile lieto fine. Era destino che le sonorità di Clarence incontrassero alla perfezione l'espressività della E-Street Band, forgiando pezzi storici come Jungleland, Badlands Born To RunSoprattutto quest'ultimo è il più esemplificativo, come componente dell'omonimo album per la cui copertina non servono spiegazioni. Qui, Springsteen e Clemons, ritratti in bianco e nero, sono uno accanto all'altro con i rispettivi, iconici strumenti. Bruce si regge affettuosamente sulla spalla del gigante buono, come se non servissero parole, oltre alla musica, per raccontare il loro legame. E spesso il Boss ha ricordato come la loro fosse una relazione di puro amore. Ovvero quel sentimento a cui non si può dare una definizione univoca, poiché riflette la declinazione personale che assume per ognuno.

A Springsteen bastano dunque pochi dettagli per forgiare un'immagine. Una stanza, profumata dall'incenso, con le lampade soffuse da sciarpe sovrapposte. Come se Clarence trovasse sempre la sua ispirazione creativa da esotici riti sciamanici. Perché è così che Bruce se l'è immaginato la prima volta che ha visto la sua ombra stagliarsi nello Student Prince. Un gigante delle fiabe, una creatura mistica, dall'incendaria energia spirituale, estesa naturalmente sull'iconico sax. Quella stessa magia captata da artisti come Roy Orbinson, Aretha Franklin, Jackson Browne e, più recentemente Lady Gaga, che l'ha voluto al suo fianco in Born This WayMa, come ogni grande mente, Clarence ha illuminato gli albori di una rivoluzione, per poi spegnersi troppo presto tra le lacrime collettive. Le prime appartengono al Boss, primo ammiratore ed eterno compagno del Big Man.

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