Come suonare la chitarra come Alex Turner degli Arctic Monkeys

Foto via: eskipaper.com/arctic-monkeys

Un sound che ha appassionato milioni di giovani e che, da anni ormai, li spinge ad avvicinarsi al mondo del rock e a quello della sei corde. Gli Arctic Monkeys sono uno dei gruppi simbolo del panorama contemporaneo.


Il loro approccio potrebbe apparire fin troppo semplice, eppure proprio in questo minimalismo sprezzante, libertino e, a tratti, nichilista, si nasconde la formula del successo degli Arctic Monkeys, band inglese che ha fatto di testi sprezzanti e atmosfere oscure il loro marchio di fabbrica. Spinti dalle chitarre di Alex Turner e Jamie Cook, i Monkeys sono finiti sul podio delle classifiche di vendita mainstream internazionali e, prima di tutti hanno segnato il ritorno del rock nelle playlist dei giovani. Di seguito, snoccioleremo il playing del frontman e chitarrista della band, scoprendone tutti i punti di forza.

Tutto sul playing di Alex Turner

Potrebbe sembrare prevedibile, ma non lo è. L'approccio chitarristico di Turner integra i fraseggi solisti di Cook grazie a sezioni ritmiche interessanti e particolarmente degne di nota. Non ci soffermeremo sugli iconici riff, di immediata comprensione, consigliando, piuttosto, di ascoltare con attenzione gli intervalli ritmici che il chitarrista costruisce utilizzando, spesso, accordi di quinta con conclusioni dissonanti e, per questa ragione, inaspettate.

Sono poche le volte in cui Alex Turner utilizza accordi in primo manico o, comunque, strimpellate complete. Generalmente, il suo è un ritmo spigoloso, talvolta arpeggiato oppure suonato in maniera fulminea, dando un effetto staccato. In questo modo, la chitarra rilascia pressione istantaneamente, esplodendo innanzi all'ascoltatore. Cupi e, solitamente suonati in minore, i giri d'accordi di Alex Turner sono uno dei punti focali del sound degli Arctic Monkeys: aggressivo, ma avvolgente, melancolico, ma ricco di adrenalina.

5 brani perfetti per imparare la chitarra degli Arctic Monkeys

Consigliamo, di seguito, alcune tracce che si riveleranno ideali per assimilare al meglio l'approccio chitarristico degli Arctic Monkeys:

  • Teddy Picker: con la sua inconfondibile melodia. Si compone con riff semplici, ma d'impatto, molto divertenti da suonare e contenenti alcune frasi con corde a vuoto.
  • Fake Tales Of San Francisco: dal primo album della band, si rivela perfetta per i novizi della sei corde. In tonalità di Si Minore, la canzone comincia con un riff che si ripete nella strofa basato su pattern di pentatonica ripetuti, suonabili sia con plettro alternato che con down strokes costanti. Il bridge regala istanti furiosi, irrompendo nell'ambiente chill che contraddistingue la traccia.
  • Cornerstore: una romantica ballata suonata in acustico in tonalità di La Maggiore. Composta con accordi semplici in maggiore e minore, tesse atmosfere dolci e nostalgiche, rivelando un altro degli innumerevoli aspetti del sound del gruppo.
  • 505: basata solo su due accordi, Re Minore e Mi Minore, la canzone prosegue più o meno allo stesso modo per tutta la sua durata. Le linee melodiche sono ciò che maggiormente cattura l'ascoltatore, rivelando quanto si possa fare anche solo con due accordi.
  • Do I Wanna Know?: probabilmente il brano più famoso del gruppo. L'oscurità pervade la traccia che si erge sull'evocativo riff appannaggio di tutti, tanto immediato da imparare quanto divertente da suonare.

Il rig di Alex Turner

Gli Arctic Monkeys si contraddistinguono per le loro tonalità ambientali, sconfinate e pungenti. La strumentazione di Alex Turner non è delle più semplici da replicare on a budget, ma in ogni caso, vista la semplicità delle loro composizioni, con un po' di inventiva sarà possibile replicare un suono simile anche con poca spesa. Il mitico frontman del gruppo è solito mostrarsi con chitarre dei marchi più disparati: da Fender a Gibson, fino ad arrivare a Vox ed Ovation.

Per quanto riguarda il primo brand, la sua scelta ricade sui toni ricchi della Jazzmaster e sulla versatilità della Stratocaster, mentre per suoni più oscuri e pieni, preferisce optare per la sua fida Les Paul Custom nera. Alex si fida molto dei suoi strumenti e, per questo, è solere portare con sé sul palco anche modelli datati come la sua Ovation Viper degli anni '70 e la singolare Vox Starstream XII degli anni '60. In acustico, invece, Turner preferisce optare per il suono ipnotico di una Gibson J-45. Per quanto riguarda gli amplificatori, il chitarrista adotta usualmente Vox AC30, Orange AD30TC 2x12 combo ed uno storico Selmer Zodiac Twin 30, meglio conosciuto per essere l'amplificatore di House Of The Rising Sun degli Animals.

Per gli effetti, infine, la pedaliera di Turner cambia costantemente. Ciò nonostante, è possibile individuare alcuni must come il ProCo RAT 2 Distortion ed il BOSS TU-2 Tuner o, ancora, il Tubescreamer di Ibanez, il Reel Echo di Danelectro e l'EHX Deluxe Memory Man. Chorus, vibrato, distorsioni, riverberi e delay sono, in ogni caso, i punti nevralgici del suono di Alex Turner. La prerogativa, infatti, quando si replicano sound del genere, sta nel costruire ampi scenari melodici utilizzando poche note al momento giusto.

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