Quando i Porcupine Tree inaugurarono una nuova era del prog (e scomparvero)

porcupine tree

La pubblicazione di IN ABSENTIA nel 2002 ha rappresentato non solo una drastica evoluzione del suono dei Porcupine Tree, ma ha aperto una nuova epoca per la musica progressive moderna, ispirando un’intera generazione di nuovi artisti.
Addentriamoci nei meandri dell’album che Steven Wilson ha descritto come “l’inizio della fine”.

Middle East Club di Cambridge, Massachusetts: dal palco, Steven Wilson osserva il parterre, e un sentimento di sconforto si impossessa di lui. Sono trenta, gli sguardi che si incrociano con il suo. Trenta, questo è il conto totale delle persone che sono venute ad assistere al concerto dei Porcupine Tree in questo locale alla moda della costa est... È lunedì 22 luglio 2002, e oggi doveva essere il punto di svolta.

Per tutto il decennio precedente, questi stramboidi inglesi avevano vissuto ai margini dell’industria musicale, deliziando gli appassionati di suoni dinamici e vagamente psichedelici, senza riuscire mai a evolversi oltre il puro fenomeno di culto. Eppure, finalmente, le cose erano cambiate. Per uno straordinario intreccio del destino, i Porcupine Tree avevano firmato con la Lava Record, sussidiaria del gigante musicale Atlantic. D’improvviso, facevano parte della scuderia di un’etichetta che vantava una superstar del rap-metal come Kid Rock e un gruppo di grunge commerciale da milioni di copie vendute, i Matchbox Twenty.

Ai Porcupine Tree fu promessa un’illusione: che il nuovo disco IN ABSENTIA li avrebbe catapultati alle stelle. Se avessero avuto successo, Wilson e compagnia si sarebbero ritrovati di colpo a sorseggiare cocktail sul bordo di una piscina a forma di chitarra elettrica nelle loro nuove ville di Beverly Hills. Ma la realtà, stasera, al Middle East Club di Cambridge, non potrebbe essere più differente. “Ti rendi subito conto di quanto sia difficile convincere tanta gente che non sa chi sei a interessarsi di quello che fai”, confessa Wilson oggi. “Non parlo solo del pubblico, ma anche dei colletti bianchi dell’industria musicale”.

IN ABSENTIA uscirà due mesi più tardi, il primo di due album realizzati dai Porcupine Tree durante la loro liaison con una major. Il disco sarà, secondo gli standard delle grandi etichette musicali, un clamoroso flop, pur vendendo comunque molto di più di qualsiasi altro album pubblicato dai PT in precedenza. Niente piscine a forma di chitarra, dunque. Tuttavia è proprio questo il disco che rimodella il sound della band, rendendolo fruibile a un nuovo pubblico, e che così facendo inaugura una nuova epoca per la musica progressive.

A venti anni di distanza, IN ABSENTIA è considerato da molti una pietra miliare. È il primo grande lavoro prog rock del XXI secolo, un’opera in cui il sodalizio raggiunto tra tecnica, sensibilità melodica e un suono squisitamente ‘pesante’ influenzerà moltissimo le tendenze musicali del futuro. Ma è anche l’album che dà il via a un processo di autodistruzione, che porterà il leader della band a sciogliere il gruppo poco meno di un decennio più tardi. Insomma, IN ABSENTIA è il disco che ha cambiato la vita ai Porcupine Tree, ma che allo stesso tempo ha segnato l’inizio della fine per una delle più amate band di progressive moderno.

 

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