Pink Floyd: dopo Syd Barrett, un suono nuovo (parte I)

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Orfani di Syd Barrett, i Pink Floyd iniziarono l’ossessiva ricerca di un sound – il loro sound. Alla fine, Waters, Gilmour, Wright e Mason lo trovarono. Ma ci volle del tempo, tra strani concerti, un paio di bislacche colonne sonore, sperimentazioni in studio e un complicato mix di solitudine e riunioni.

Testo di Mark Blake

Il 6 aprile fu annunciato ufficialmente che Syd Barrett aveva lasciato i Pink Floyd. La settimana seguente il gruppo pubblicò un nuovo singolo, It Would Be So Nice, una cosetta pop molto à la Kinks, con il tastierista Rick Wright alla voce. Fu un flop colossale. “Pura merda”, lo definì in seguito Waters. Il gruppo tornò negli studi di Abbey Road per leccarsi le ferite, e finire il suo secondo disco. Lo aveva iniziato con Barrett, ma fu Waters che portò A SAUCERFUL OF SECRETS fino al traguardo.

Era il musicista meno esperto (nelle interviste Wright non si stancava mai di dire che aveva dovuto accordare lui il basso a Roger), ma prima dei Floyd aveva lavorato presso un architetto e aveva il terrore di dover tornare a quella vita. “Odiavo la prospettiva di dover dipendere dai capricci di qualcun altro”, disse nel 1970. “E se un giorno dovesse capitarmi, posso sempre costruirmi una casa per conto mio”. Waters accettò la sfida, e in pratica costrinse se stesso a diventare un autore. Ma sia lui che l’altro compositore principale dei Floyd, Rick Wright, dovettero trovare una nuova direzione. “Non avremmo mai potuto scrivere come Syd”, confessò Wright. “Non avevamo un’immaginazione talmente folle da farci venire in mente testi come i suoi”.

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E infatti, i brani che definirono A SAUCERFUL OF SECRETS furono quelli che ricordavano meno i vecchi Pink Floyd: Set The Controls For The Heart Of The Sun e la title-track erano mini sinfonie con lunghi passaggi strumentali, una sorta di schema base per quello che avrebbero fatto in seguito su Echoes e Shine On You Crazy Diamond. I Pink Floyd presentarono A SAUCERFUL OF SECRETS il 29 giugno 1968 con un’esibizione dal vivo al Midsummer High Weekend, un festival gratuito a Hyde Park. I Tyrannosaurus Rex – beniamini degli hippie – e il folk psichedelico di Roy Harper riscaldarono il pubblico, prima che i Floyd svelassero il loro nuovo lavoro.

Il padrino del festival, il dj John Peel, ascoltò A SAUCERFUL OF SECRETS fatto e strafatto, steso su un barchino che galleggiava nel Serpentine, il canale che attraversa il parco. “I suoni si riversarono sui nostri corpi con tocco di velluto e sapore di miele”, scrisse sulla rivista «Disc» – parole per cui la settimana seguente fu citato nella rubrica Pseud’s Corner di «Private Eye». I Pink Floyd ne furono deliziati.Dopo che Syd se ne andò, molti ci diedero per finiti”, disse Mason. “Hyde Park ci fece sentire ancora importanti, ancora parte di un qualcosa”. Ma la loro apparizione su Tienerklanken, programma della tv belga, mostra il gruppo ancora in una specie di limbo.

Sulle note di See Emily Play mimano una partita di cricket: Waters usa il basso come mazza, Mason lancia una palla invisibile, Gilmour cerca di prenderla e Wright nei panni del difensore gironzola per il campo. Alla fine, i quattro improvvisano un balletto nel prato, mentre in lontananza si vedono le macchine passare. Waters, in particolare, sembrava prendere molto sul serio la recita, brandendo il suo basso come una mitragliatrice. Sembrava deciso a far funzionare la cosa, qualsiasi cosa fosse. E anche dal vivo mostrava la stessa determinazione. Mentre i suoi compagni occhieggiavano dietro la cortina dei capelli e si gingillavano con i loro stivaletti alla moda, Waters si aggirava per il palco come una tigre, manipolando il manico del basso e colpendo a tutta forza il gong durante Set The Controls For The Heart Of The Sun.

Sfortunatamente, il successivo singolo dei Floyd, Point Me At The Sky – dal sapore molto Sgt. Pepper – mancò ancora una volta la Top 40. Recentemente Nick Mason ha eseguito questo brano col suo gruppo Nick Mason’s Saucerful of Secrets. “Non avrei mai pensato di suonarla di nuovo dal vivo”, ha dichiarato nel 2020. “Il suo flop ci convinse a smettere di puntare all’Hit Parade, per concentrarci sugli Lp. Set The Controls For The Heart Of The Sun e A Saucerful Of Secrets mostrarono la direzione che avremmo dovuto seguire. Ma subito dopo ci distraemmo un bel po”.

In effetti, ci furono diverse distrazioni. All’inizio del 1968 Waters dichiarò che i Pink Floyd stavano progettando dei concerti pensati come spettacoli circensi, in un tendone assieme a giocolieri ed escapologi. Fecero anche domanda presso l’Arts Council per un finanziamento di 5000 sterline, per realizzare un’opera rock. “L’avremmo scritta come una saga epica, un po’ come l’Iliade di Omero”, spiegò Waters al «Melody Maker». “Mi piacerebbe che Arthur Brown interpretasse il personaggio del Re Demone, con la musica fornita dai Floyd”. Nessuna di quelle idee si realizzò, ma dimostravano il desiderio di Waters di esplorare altri media.

Nel 1967 i Pink Floyd avevano realizzato un collage di suoni elettronici per Speak, un film dell’artista concettuale John Latham. Pochi mesi dopo fecero lo stesso con alcuni frammenti sonori astratti per il noir The Committee di Peter Sykes. Nick Mason mi disse che furono contattati per comporre la musica di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick: “Sospetto che alla fine non se ne fece nulla non solo perché i Pink Floyd non erano adatti, ma anche perché il compenso sarebbe stato davvero misero”. Lo spazio comunque li seguiva. Nel luglio del 1969, i Floyd realizzarono quello che David Gilmour avrebbe poi definito “un classico blues spaziale”, per accompagnare la diretta della BBC dedicata all’allunaggio.

Questa prima parte è tratta da Classic Rock 101, disponibile in tutte le edicole e sul nostro store online.

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