The Who: 5 storie folli su Pete Townshend

Il vulcanico chitarrista degli Who è celebre per la sua carica distruttiva sul palcoscenico, ma anche nella vita privata ci sono alcuni episodi d'eccezione, legati principalmente agli anni Sessanta. Scopriamone 5.

Quando Jimi Hendrix rubò le sue mosse alla chitarra

Nel 1966 Pete Townshend conobbe il suo futuro rivale alla chitarra, inconscio ancora del suo talento. Su richiesta del manager di un esordiente Jimi Hendrix, Chad Chandler, Townshend accompagnò il chitarrista a comprare degli amplificatori, consigliandogli i più costosi sul mercato. E solo in seguito vide come poteva divampare l’esplosione vulcanica del chitarrista. Il loro successivo terreno di scontro si consumò sul palco del Festival di Monterey, quando gli Who precedettero Hendrix dopo averlo deciso con il lancio di una moneta. Sul palco, quindi, Townshend sfoderò tutta la sua carica distruttiva, oltre a destreggiarsi nell’indomabile mulinello. Ma una volta terminata la sua esibizione, anche Hendrix distrusse la sua Stratocaster psichedelica, incendiandola in un’apoteosi espressiva che rubò la scena a Townshend. Lì vicino c’era Mama Cass, cantante dei The Mamas & The Papas, che disse a Pete: Ehi, distruggere le chitarre è la tua passione”. E lui rispose: Era così. Ora appartiene a Jimi”.

Il viaggio aereo psichedelico di Monterey

Proprio al Festival di Monterey, il 18 giugno 1967, Oswey Stanley, il paladino folk del sottobosco hippie, benefattore finanziario e ingegnere del suono dei Grateful Dead, oltre che impresario dell’LSD, diede una pillolina viola agli Who. Townshend la prese solo per far compagnia a Keith Moon e la divise a metà con la moglie Karen. Tuttavia, anche quella dose dimezzata fece sentire il suo lancinante effetto, soprattutto una volta saliti a bordo dell’aereo di ritorno a Londra. Qui si sviluppò il trip che, a detta di Townshend, fu il più disturbante mai avuto e che lo convinse a non calarsi mai più un acido in vita sua. Dall’hostess nelle vesti di un maiale a sensazioni distorte di fluttuamento, il chitarrista arrivò a un temibile momento cruciale per lui:

Ho sentito una voce femminile che diceva dolcemente: Devi tornare indietro. Non puoi restare qui. Ma sono terrorizzato. Se torno indietro, mi sento come se dovessi morire. Non morirai. Non puoi restare qui.

Chi va con Keith Moon...impara a folleggiare

Tutti sappiamo che la corona per le follie da rockstar, seppur condivisa con altri animali da palcoscenico, apparteneva a Keith Moon. E lo stesso anno della temibile assunzione di LSD, Townshend ci lasciò quasi le penne. Perché il 1967 fu l’annata del 21esimo compleanno del batterista, che festeggiò con una festa in grandioso stile all’Holiday Inn di Flint, in Michigan. Nonostante il party non piacque particolarmente a Townshend per l’euforia esagerata e la carica distruttiva, ci fu un evento successivo potenzialmente fatale per il chitarrista. Moon, infatti, in un’altra serata di festeggiamenti, portò con sé una ragazza diciassettenne di nome Kathy, con il desiderio di impressionarla mangiando un fiore di dubbia appartenenza. Ma non solo, sfidò anche Townshend a mangiarselo, che però quasi ci rimase secco per una reazione allergica. Incominciò a soffocare, davanti a un disperato Moon che chiamò l’ambulanza d’urgenza, con la paura di aver ucciso il suo amico per una scommessa.

A letto con Mick Jagger, ma solo nella fantasia

Ebbene sì, il chitarrista degli Who ha dichiarato la sua predilezione sessuale per Mick Jagger. E se la bisessualità di Townshend è cosa certa dalla sua autobiografia del 2012, Who I Am, forse non è altrettanto nota la sua lista dei desideri tra le coperte, che comprende anche il frontman dei Kinks, Ray Davies. Tuttavia Jagger ha quel fare spavaldo e sensuale che sin da subito ha conquistato Townshend, quando i due si sono conosciuti nel 1968 tramite il manager degli Who, Kit Lambert, interessato a far ascoltare a Jagger il nuovo album della band: MAGIC BUS: THE WHO ON TOUR. Così Townshend descrive il collega: Mick era misteriosamente attraente e sessualmente provocante, forse il primo talismano del genere dai tempi di Elvis.” E non solo, perché la sua riflessione avanza verso un particolare dono di natura di Jagger, quello che lo fece passare per il modello fotografato in STICKY FINGERS (1971), insomma.

Quel poliziotto che si prese un calcio nell'inguine

A questo giro siamo invece al Fillmore East di New York, nel 1969, in una collezione di tre concerti che si distinse per la particolare piega che prese il primo. Gli Who, infatti, si stavano esibendo, quando a un tratto un uomo salì sul palco prendendo il microfono di Roger Daltrey e parlando con il pubblico. Visto l’affronto e dato che l’uomo non si voleva scansare, Townshend rispose a caldo con un intenzionale calcio al fondoschiena. Quando però l’uomo si voltò, il calcio finì dritto ai suoi gioielli. E fin qui si tratta di un evento quasi abitudinario per un concerto rock. Peccato che l’incursore sul palco fosse un agente della Tactical Police Force, che voleva comunicare ai presenti un incendio scoppiato nel negozio accanto. Townshend è stato così arrestato per aggressione a pubblico ufficiale, ma rilasciato con una sanzione di $75. Per poco il chitarrista non ha rischiato il visto per tornare in Inghilterra, ma lo staff del Fillmore avrebbe potuto organizzarsi meglio per avvisare il pubblico.

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