Quando i Pink Floyd accolsero un fumettista nella band

Gerald Scarfe e Waters foto di Jane Scarfe
Gerald Scarfe e Waters foto di Jane Scarfe

Gerald Scarfe, classe 1936, è un fumettista britannico molto popolare negli anni 70, con uno stile particolarmente feroce a livello satirico. I suoi disegni affrontavano sempre temi importanti e controversi come la cultura nella società e nella scuola, i problemi legati alla guerra... coi Pink Floyd aveva molte cose in comune, specialmente con le tematiche di Waters, e con loro ha collaborato.

Si racconta che il tuo incontro con i Pink Floyd sia avvenuto grazie al tuo film di animazione A Long Drawn Out Trip trasmesso in tv.

Sì, penso che Nick Mason abbia visto il mio film sulla BBC nel 1973. Contattò immediatamente Roger e disse: “Dai un’occhiata a questa cosa – penso che dovremmo fare qualcosa con questo tipo”. Roger guardò il film e convenne che Nick aveva ragione: “È senza dubbio fuori di testa – prendiamolo a bordo”. Nick mi contattò e andai a incontrare la band. Anche se avevo sentito parlare dei Pink Floyd non posso dire che fossi esattamente un loro fan, ma mi piacevano.

Non erano quello che mi aspettavo di trovare in una rock band perché erano parecchio rilassati e di buone maniere. Non erano dei bulli o tipiche rockstar. Ero un po’ insicuro sulla nostra collaborazione perché non sapevo esattamente cosa volevano da me, ma una volta iniziato a lavorare su WISH YOU WERE HERE ho cominciato a divertirmi e a consegnargli pezzetti di film ovunque si trovassero a suonare in quel periodo.

Il tuo primo disegno per la band fu la loro caricatura del 1974. Come nacque?

Ho passato un po’ di tempo guardando la band provare e ho iniziato a fare qualche esperimento di loro. Quel disegno è il risultato di quei primi schizzi. Fu prodotto espressamente per il tour program.

Gerald Scarfe | Vignetta caricatura Pink Floyd | 1974
Gerald Scarfe | Vignetta caricatura Pink Floyd | 1974

Successivamente hai realizzato per loro l’animazione di Welcome To The Machine.

Inizialmente non avevo idea di cosa volessero da me, ma dissero: “Vai e fai qualcosa noi mettiamo su lo studio di animazione”. E io chiesi: “Che genere di cosa?”, e loro: “Disegna quello che ti senti”. Non hanno mai cercato di dirmi cosa fare. Quando si è trattato di The Wall, ad esempio, quello era molto “la creatura di Roger” e aveva idee precise a riguardo. Ma per quanto mi riguarda mi diede assoluta libertà. Ricordo che Roger mi disse proprio: “Quando arruoliamo un artista, lo arruoliamo per farlo esprimere in modo libero non per quello che vorremmo facesse”.

Nel filmato per Shine On You Crazy Diamond c’è il personaggio Leaf Man, un uomo che ruota nell’aria e si trasforma in una foglia, un’immagine che tornò nelle animazioni di The Trial per The Wall. Quell’uomo è un simbolo che riporta alla figura di Syd Barrett?

No non simboleggiava Syd. È solo spuntato fuori dalla mia immaginazione ed era buono visivamente. I personaggi disegnati per il film The Wall sono così ben concepiti che è impossibile isolarli dalla musica.

Teacher | Gerald Scarfe
Teacher | Gerald Scarfe

Come sono nati?

Pink era una creatura vulnerabile, un gamberetto senza guscio, ed era liberamente ispirato a Roger e alla sua vita personale. Il padre di Pink è caduto in guerra, lui è maltrattato dagli insegnanti, cresce con una madre iperprotettiva e maniaca del controllo. Tutto questo fa crescere in Pink la sensazione di isolamento e di alienazione dalla società personificata dalla costruzione del muro.

Wife è una figura femminile predatrice, una mantide religiosa. Teacher è un mostro che riversa sui bambini i fallimenti affrontati nella sua vita. Io stesso, quando ero a scuola, ho ricevuto sei colpi di bacchetta sulle mani per aver giocato a nascondino nei bagni della scuola. Non potei scrivere per il resto della giornata... Per Mother ho usato ogni informazione che ho potuto mettere insieme da quello che Roger mi diceva della sua infanzia e l’ho amalgamata con il mio vissuto personale e con i miei ricordi. In quanto genitore singolo, dopo la morte del padre di Roger, sua madre assunse entrambi i ruoli, e magari sovra compensarli. La mia madre simbolica è un essere iperprotettivo che tiene Pink stretto al petto.

Per gli Hammers ho dovuto pensare a quale potesse essere il più ovvio simbolo di oppressione, e la cosa più implacabile, devastante, sconsiderata che mi è venuta in mente è stato un martello. La violenza di un martello quando viene giù è terrificante. È stato l’unico caso in cui i disegni hanno influenzato le liriche, con Roger che scrisse “hammer-hammer” nei testi.

Per i Frightened Ones ho usato uno degli orrori vissuti nella mia infanzia durante la Seconda guerra mondiale: essere costretti a indossare maschere antigas. Lo odiavo: cercavano di renderle carine e innocenti mettendoci le orecchie da Mickey Mouse e chiamandole maschere di Topolino, ma da asmatico con qualunque cosa io copra naso e bocca è un incubo... e quindi quando ho disegnato i Frightened Ones nei versi di Roger mi è venuto naturale dargli teste da maschere antigas.

Pink Floyd Gerald Scarfe
Pink Floyd Gerald Scarfe

Quanto sono stati utili i trucchi con le telecamere e la tecnologia grafica per computer di quel tempo per creare le animazioni utilizzate sia negli spettacoli dal vivo di The Wall che nel film di Alan Parker?

Questo è accaduto prima della computer grafica intelligente. Le sequenze di animazione richiesero centinaia di ore di lavoro – c’era bisogno di dodici disegni per ogni secondo di animazione per dare l’illusione del movimento, ai diligenti animatori venivano dati i miei sketch dai quali tiravano fuori migliaia di disegni per fare la sequenza. La visione era mia ma gli animatori fecero il lavoraccio. In un primo momento del mio lavoro con la band iniziammo a creare le animazioni a casa mia a Chelsea – come una piccola ditta artigianale. Via via che il lavoro aumentava assumevamo sempre più disegnatori. Alla fine ci trasferimmo in un grande studio di animazione.

Quanto differirebbero grazie alla tecnologia di oggi quelle animazioni?

Puoi vedere le differenze se vai a uno qualunque degli ultimi show di Roger – per le nuove sequenze è stata usata la computer grafica. The Trial è stato adattato per essere proiettato sul nuovo muro. Inizialmente ho trovato la cosa un po’ dolorosa perché era come se l’animazione venisse brutalizzata.

L’occhio del Giudice ad esempio, quando si muoveva spariva dalla vista sul margine superiore dello schermo. Altre sezioni sembravano allungate e distorte. Ma a un secondo sguardo non mi è sembrato così offensivo: forse mi ero abituato all’idea... e mi sono sempre fatto un punto d’orgoglio di essere una persona pragmatica – uno si deve adattare alle situazioni nuove.

Per la sequenza della marcia dei martelli, volevano ridisegnarle al computer. Io sentivo che i martelli dell’animazione originale avevano un che di iconico, computerizzarli, renderli lucidi e brillanti, con bagliori scintillanti, sarebbe sembrato sbagliato. L’arte dell’animazione ha compiuto tanta strada da quando abbiamo realizzato The Wall. Quando ero production designer di Hercules per la Disney, già ci si stava staccando dal disegno a mano. Tuttavia io sento ancora che per quanto meravigliosa possa essere l’animazione al computer, l’elemento disegno a mano è ancora valido e può essere usato con grande effetto. Detto questo, l’animazione per gli ultimi show di Roger è fantastica.

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