Come i Massive Attack crearono la copertina di “MEZZANINE”

I giganti del trip-hop di Bristol raggiunsero il picco della fama nel 1988, grazie a MEZZANINE. Da allora, forti di sonorità più intense e oscure, ebbero modo di conquistare il pubblico internazionale, ma da dove nasce la copertina del loro album più iconico?

Il terzo album dei Massive Attack, come detto, portò loro sul tetto del mondo. In ogni caso, la band era reduce da due release valide, in ogni caso, ma spinte da sound più rilassati, prevalentemente ispirati al jazz e all'hip hop. I singoli estratti da MEZZANINE dominarono le classifiche internazionali, mentre il suo artwork ipnotizzò gli appassionati del formato in vinile e non solo. L'immagine in bianco e nero del gigantesco insetto conquistò alcuni cultori, ne disgustò altri. Il contrasto tra il bianco dello sfondo ed il nero dell'immagine, poi, contribuì ampiamente al suo sinistro appeal. In molti, negli anni, si sono chiesti quale fosse il motivo di questa scelta e da dove provenisse questa copertina. Lo scopriamo di seguito.

La storia della copertina di MEZZANINE

L'artwork di MEZZANINE fu il frutto della collaborazione tra Robert Del Naja ed il direttore artistico Tom Hingston, insieme al famoso fotografo di moda Nick Knight OBE. Durante la creazione del disco, Del Naja si appassionò in modo particolare al mondo degli aracnidi, arrivando addirittura a sognarli. Knight, dunque, si recò al Museo di Storia Naturale di Londra per immortalare un insetto particolarmente minaccioso. La stampa finale fu il frutto di più scatti sovrapposti. Del Naja giustificò la scelta dell'immagine, poi, in questo modo: "Come una crisalide, quello fu per noi il momento in cui provammo ad emergere come qualcosa di diverso. Volevamo soltanto stabilire la nostra identità. Credo che MEZZANINE abbia rappresentato la nostra possibilità di farlo"

Il fascino misterioso del disco non finisce più. In occasione del ventesimo anniversario dell'album, nel 2018, la nuova release del disco fu codificata su DNA sintetico. Fu la prima volta nel mondo della musica. MEZZANINE, dunque, non esiste solo in formato digitale o fisico, ma anche come informazione genetica. Il codice fu compattato in 920.000 filamenti di DNA, versato in 5000 recipienti e conservato in quella forma. Se tutte le copie di MEZZANINE sparissero, sarebbe comunque possibile ritrovarlo in formato DNA. 

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