Il grande classico non scritto dei Grateful Dead

jerry garcia

Il debutto solista del 1972 di Jerry Garcia sarebbe, col tempo, diventato un classico della musica. Diverse furono le tracce che hanno trovato posto negli annali del rock, con una in particolare, la cui storia è, da sempre, fonte di interessanti aneddoti.

Da Sugaree a Deal e Loser, tutti i brani contenuti nell'album avrebbero costituito le setlist dal vivo di Garcia, prima e dei Grateful, dopo, per tutti i 23 anni successivi alla sua uscita e precedenti allo scioglimento della band. Il lato B, più sperimentale, poi, non rimase appannaggio di pochi, venendo utilizzato in parte per la scena d'apertura di The Grateful Dead Movie. Garcia incluse nel disco una traccia che sarebbe diventata un inno dei Grateful Dead. Eterea e dalle atmosfere psichedeliche, The Wheel sarebbe, pochi anni dopo, stata un cavallo di battaglia della band live. La traccia fu suonata oltre 250 volte dal vivo dal gruppo, senza contare le esecuzioni della Jerry Garcia Band.

La storia di The Wheel

The Wheel divenne così popolare che anche le iterazioni della band successive alla morte di Garcia sarebbero finite per suonarla, nonostante non si trattasse, tecnicamente, di un brano dei Grateful Dead. Il suo carattere intramontabile è conseguenza di molteplici fattori: dal flow senza fine firmato da Garcia al suo picco creativo, alla batteria ipnotica di Bill Kreutzman, fino ad arrivare ai testi avanguardistici di  Robert Hunter. Stando a quanto dichiarato dal chitarrista e leader del gruppo, The Wheel arrivò spontaneamente, senza attraversare alcuna forzatura creativa.

Esprimendosi riguardo la traccia, Garcia affermò: "Il lato B dell'album fu, praticamente, una performance continua. Quando veniva fuori una canzone o una progressione valida, la suonavamo e ci lavoravamo su diverse volte. The Wheel ne è un esempio. Non è stata scritta, non avevo nulla in mente, non c'erano bozze". Bob Matthews, ingegnere del suono che lavorò all'album di Garcia, confermò le parole dell'artista, spiegando: "Quando riascoltavamo e facevamo le sovraincisioni, Hunter era lì con un grande foglio di carta su cui scrivere appoggiandosi al muro. Scriveva il testo mentre ascoltavamo i playback. Il risultato fu perfetto, sarebbe diventato The Wheel. Quel brano arrivò dal nulla".

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