Tony Iommi rivela come ha scritto “il più grande riff del metal”

true lies le leggende di tony iommi raccontate da classic rock e radiofreccia

Il desiderio di aggirare la mediocrità, alimentato da un profondo stato lisergico, spinse Tony Iommi a scrivere l'iconico riff di Symptom Of The Universe dei Black Sabbath.

Composto in maniera del tutto spontanea nel corso di un solo giorno, il brano entrò nella tracklist dell'album del 1975 SABOTAGE. Oscuro, heavy e pioneristico, il riff di Symptom Of The Universe viene considerato dagli appassionati e dalla storia come uno dei più grandi riff metal in assoluto, aprendo la strada ad un genere che, di lì a pochi anni, avrebbe cambiato il volto della scena di riferimento: il thrash.

Tony Iommi rivela i segreti dietro la scrittura di Symptom Of The Universe

Intervistato da Hammer Magazine, Iommi rivelò i particolari dietro il processo di creazione della traccia del 1975, scritta a quattro mani insieme al bassista dei Sabbath, Geezer Butler. Durante il colloquio, il leggendario chitarrista affermò: "Mio Dio, è successo molto tempo fa! Non lo ricordo, se devo essere completamente onesto. Penso che fossimo in sala prova quando componemmo la traccia". Un riff, insomma, nato in maniera leggermente diversa rispetto alle produzioni usuali dell'artista. Iommi preferiva, infatti, registrare le sue bozze a casa, per poi presentarle alla band in futuro, dopo averci lavorato da solo. In questo modo, il chitarrista aveva sempre a disposizione un archivio di riff da poter proporre alla band.

Successivamente, il chitarrista affermò: "Symptom Of The Universe fu il mio tentativo di scrivere qualcosa di unico. Ero in competizione con me stesso. Provavo sempre a sviluppare idee più creative, accordature differenti, con amplificatori e chitarre diverse. Ho sempre provato a migliorare e cambiare le cose, non ho mai, veramente, ascoltato altri musicisti, se non quando, per sbaglio, sviluppavo idee troppo simili a quelle di altri".

Il brano in questione, oggi, viene annoverato tra i più evocativi dei Black Sabbath, non solo per il suo riff straordinario, ma anche per la sua attitudine profondamente sperimentale. Si tratta, infatti, di una delle poche tracce in cui la band si cimenta in nuovi ambienti musicali, esplorando i meandri del jazz, apparentemente, in maniera del tutto involontaria, visto che, Symptom Of The Universe, fosse stata il risultato di una jam session estensiva in cui i membri del gruppo hanno proposto, gradualmente, il proprio contributo alla traccia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like