Motorpsycho: la storia di THE ALL IS ONE

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Per i Motorpsycho, THE ALL IS ONE rappresenta la fine della trilogia che comprende THE TOWER e THE CRUCIBLE.

Nel 2019 la band di rock sperimentale scandinava rilasciò la seconda punta del tridente, THE CRUCIBLE, seguito diretto di THE TOWER, uscito nel 2017. Nel 2020, l'incalzare della pandemia e la ricerca spasmodica di una via d'uscita portò a THE ALL IS ONE. Prima di allora, i membri del gruppo collaborarono con diversi artisti norvegesi, per poi riunirsi a fine anno per ultimare il lavoro. Il disco venne completato nella Valle della Loira in collaborazione col produttore ed ingegnere del suono Peter Deimel. Si tratta di un luogo molto importante per la storia della musica, la cui soglia, venne varcata da artisti immensi come i Black Sabbath.

Come nacque THE ALL IS ONE

Una location dalla così forte potenza simbolica ispirò la band al punto da far convergere tutta la loro creatività in un lavoro profondamente progressivo e ispirato. Nel corso della loro carriera trentennale, il Motorpsycho hanno sempre dimostrato di avere molto da dire, prima come trio chitarra, basso e batteria e, successivamente, con l'ingresso del chitarrista Reine Fiske e degli interventi alla tastiera del co-fondatore e cantante Hans Magnus Ryan.

THE ALL IS ONE è un lavoro di altissimo livello, dall'approccio orchestrale, un concept album ricercato in cui non mancano la ferocia e la decisione tipiche del punk. Un disco in cui collimano i gusti e le esigenze dei rocker più sfegatati e dei jazzisti amanti dell'avanguardia. L'album riflette su tematiche politiche, asset sociali moderni, dalle elezioni del 2016 in poi e tutte le catastrofi ed i fenomeni che hanno principalmente scosso il mondo attuale, per poi fare un salto indietro ai conflitti mondiali e le aspre conseguenze che hanno arrecato all'umanità. THE ALL IS ONE trasporta e cattura proprio tutti, non peccando in termini di inventiva, pur rimanendo un disco godibile per tutti ed un ritorno ai fasti di un gruppo particolarmente valido.

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