Ecco i musicisti che hanno predetto la loro stessa morte

Incredibile come alcuni brani, ascoltati dopo la morte di questi personaggi, facciano pensare a predizioni di chiaroveggenti…

Il più delle volte, i musicisti scrivono di ciò che vivono: sesso, droga, ragazze. Altre volte vanno un più in profondità, scrivendo canzoni che mirano a scovare le verità della vita, facendoci scoprire piccole perle di saggezza tra i riff. E a volte sconvolgono tutti scrivendo canzoni che predicono la loro stessa morte. E non stiamo parlando di: “Sì, a 50 anni sarò sicuramente morto”, ma di canzoni che uniscono dettagli specifici, come date, cause e anche i più piccoli dettagli della loro morte. Si tratta di musicisti con qualità da chiaroveggenti oppure sono solamente stati (s)fortunati a indovinare le loro morti?

Vi abbiamo già parlato di come Rino Gaetano avesse predetto la sua stessa morte. Vediamo ora questi altri casi in cui le coincidenze sono davvero troppe.

Jimi Hendrix

Jimi Hendrix ha registrato una canzone auto-mitologica chiamata The Ballad of Jimi, che non solo ha elevato il soggetto della canzone (un tizio di nome Jimi) a una sorta di stato eroico, ma ha anche predetto la sua morte. Il brano è dedicato “alla memoria di Jimi” e contiene versi come “Many things he would try / For he knew soon he’d die“, “Now Jimi’s gone, he’s not alone / His memory still lives on” e “Five years, this he said / He’s not gone, he’s just dead” (“Molte cose le proverebbe / Perché lui sapeva che presto sarebbe morto”, “Adesso Jimi se n’è andato, non è solo / La sua memoria vive ancora” e “Cinque anni, questo ha detto / Non se n’è andato, è solo morto”). Prevedendo in modo assurdo la sua stessa morte, che sarebbe avvenuta cinque anni dopo.

John Lennon

John Lennon è famoso per essersi ritirato dalle catene della fama e del business musicale nel 1975, allontanandosi dal mito che si era creato intorno alla sua persona e per prendersi cura di suo figlio. Cinque anni dopo, è tornato in studio per mettere insieme un sacco di canzoni che avrebbero portato all’album DOUBLE FANTASY. Lennon fu particolarmente prolifico durante questo periodo, ma molte di queste canzoni rimasero incompiute. In seguito alla sua tragica morte, avvenuta l’8 dicembre 1980, il materiale rimanente finì sugli album postumi. Borrowed Time, ispirato da un viaggio in barca a vela straziante, include la frase “Living on borrowed time without a thought for tomorrow” (“Vivere in un tempo preso in prestito senza un pensiero per il domani”) ed è stata dichiarata la prima canzone registrata dopo che Lennon ha ripreso la sua carriera. È finita nell’LP del 1984 MILK AND HONEY, album all’interno del quale i suoi testi sembravano stranamente e, tristemente, preveggenti.

Lynyrd Skynyrd

Ci sono così tante cose bizzarre connesse all’album STREET SURVIVORS dei Lynyrd Skynyrd, che ci sembra tutto strano anche solo a pensarci. Innanzitutto, c’è la copertina del LP del 1977, che ritrae la band inghiottita dalle fiamme. Sapendo cosa succederà dopo (esattamente tre giorni dopo l’uscita dell’album) non possiamo fare a meno di pensare si tratti di preveggenza: l’aereo della band precipita. L’impatto uccise sul colpo il chitarrista e cantante Steve Gaines, la corista Cassie Gaines, sorella di Steve, l’assistente all’organizzazione del tour Dean Kilpatrick, il pilota Walter McCreary e il co-pilota William Gray. Il cantante Ronnie Van Zant, sbalzato fuori dal velivolo a causa della violenza dell’impatto con il terreno, morì poco dopo l’incidente a causa delle gravissime ferite riportate. Gli altri membri della band restarono feriti, anche in modo molto serio. E poi ci sono le parole di That Smell, una delle canzoni più popolari dell’album: “Say you’ll be alright come tomorrow, but tomorrow might not be here for you“, “Angel of darkness upon you“, “The smell of death surrounds you” (“Dici che domani starai bene, ma un domani potrebbe non esserci per te”, “L’angelo dell’oscurità è su di te”, “L’odore della morte ti circonda”). Questi versi potrebbero essere stati scritti per mille motivi differenti, ma in seguito agli eventi del 20 ottobre 1977, “quell’odore” assume un significato completamente nuovo, e inquietantemente preveggente.

Warren Zavon

Sedici anni prima che morisse di cancro ai polmoni, nel 2003, Warren registrò una canzone riguardante un operaio che prefigurava la sua stessa morte. The Factory è apparsa nel film del 1987 di Zevon, Sentimental Hygiene, e racconta la vita di un uomo che cresce facendo l’operaio, come suo padre. Dopo che Zevon riporta a casa il suo punto sull’inutilità di tutto questo, termina con queste linee pungenti: “Kickin’ asbestos in the factory / Punchin’ out Chryslers in the factory / Breathin’ that plastic in the factory” (“Ho respirato quella polvere in fabbrica / Ho rivettato le Chryslers in fabbrica / Ho fabbricato Cloruro di polivinile in fabbrica”). Warren è morto di mesotelioma maligno avanzato, che è spesso causato dall’esposizione all’amianto. Il problema è che Zevon non ha mai lavorato in una fabbrica, quindi le sue probabilità di sviluppare un cancro di quel tipo erano nulle. Eppure, in qualche modo, un decennio e mezzo prima della fine, predisse la causa della sua morte.

Marc Bolan

Marc Bolan ha ispirato un’intera legione di fan sfolgoranti che seguivano ogni sua parola. Nel singolo del 1972 Solid Gold Easy Action, sembra proprio avere un talento per predire il futuro: prefigura la sua stessa scomparsa cinque anni dopo. La canzone recita così: “Life is the same and it always will be / Easy as picking foxes from a tree” (“La vita è la stessa e sarà sempre facile / facile come raccogliere le volpi da un albero”), canta Bolan. Il fatto è che risulta che la targa dell’auto su cui Bolan fu ucciso il 16 settembre 1977 fosse “FOX 661L” (“VOLPE 661L). E sì, andò a finire contro un albero.

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