Tutta la verità su Jimi Hendrix in un libro

Jimi Hendrix, Steven Vosburgh, BB King, Les Paul, Jeff Beck, Classic Rock, stonemusic.it

In esclusiva alcune pagine del libro di Mick Wall su Jimi Hendrix: TWO RIDERS WERE APPROACHING: THE LIFE & DEATH OF JIMI HENDRIX.

Jimi Hendrix come nessuno l’aveva raccontato prima. Mick Wall nel suo libro, TWO RIDERS WERE APPROACHING: THE LIFE & DEATH OF JIMI HENDRIX ci svela un nuovo lato del leggendario chitarrista, anche quello più fragile e insicuro. All’interno di Classic Rock 87, in esclusiva, un estratto del libro.

“Più di 3000 giovani in fila per il Coventry Theatre. Sapeva suonare la chitarra con i denti, rotolandosi sul palco, o dietro la schiena – e lo faceva anche meglio che nelle posizioni canoniche. Il risultato fu un’esibizione unica, sconvolgente, del tutto personale, che comprendeva successi come Hey Joe, The Wind Cries Mary e Purple Haze, oltre che la versione più selvaggia udita fino ad allora di Wild Thing. Ma i ragazzi che saltarono in piedi per Jimi Hendrix rimasero freddi – oppure anche sconcertati – di fronte ai Pink Floyd, un gruppo che cavalcava l’onda del nuovo sound, rendendola uno tsunami primaverile”.

«Coventry Evening Telegraph», 20 novembre 1967

Ma stai scherzando, amico? Dopo Monterey: dopo San Francisco e LA. Dopo lo sballo con Peter Tork a Laurel Canyon: dopo la casa di Stephen Stills a Malibu. Dopo il magico Devon e i trucchi alla Houdini, amico mio, essermi strafatto nel weekend lungo una settimana di Owsley e la fiammata di Burning Of The Midnight Lamp. Dopo quei Monkees del cazzo, ma stai scherzando? Dopo aver asfaltato la East Coast, dopo essermi fatto il culo brano su brano in studio con Chas che mi alitava sul collo, e quel frocetto di Noel che faceva le smorfie e beveva quella sua birretta di merda, dopo le stronzate, la merda che ho mandato giù e i soldi che ti ho fatto fare. Dopo AXIS, e Amsterdam, e la Albert Hall e tutta la tv e la radio, dopo il premio del «Melody Maker»come ‘Miglior musicista al mondo’, dopo aver sbancato all’Europa di Londra a settembre, dopo che ho gente che mi adora ovunque vada. E dopo tutto questo, tu vuoi che io vada a Coventry? Ma lo sai in che anno siamo, bello? Coventry? “È tutto a posto”, disse Mike. “Già tutto organizzato”.

Un altro stramaledetto tour tutto organizzato del cazzo? “Esatto”, disse Mike. “Solo che stavolta sei tu il nome di punta. Quaranta minuti. Due spettacoli a sera. Mille sterline garantite. Puoi farlo a occhi chiusi”. Jimi si sente prigioniero. Rinchiuso in un loop. Tutto quel che ha fatto in quest’anno da quando è arrivato a Londra, i posti dove è stato, quello che ha visto. Tutti quelli che conoscono il suo nome, il suo volto, tutto questo folle rito voodoo. E ora deve fare un’altro tour bello fatto e finito? Aspetta un attimo – non è che in questo programma di merda mi ritrovo un’altra volta Engelbert? “No”, risponde Mike, l’aria che trasuda fumo di sigarette e canne.

Pink Floyd, Move, Nice, Amen Corner… tutto molto cool. Un gioco da ragazzi: soldi facili – e una promozione a costo zero per il nuovo disco da far uscire. Jimi va a casa da Kathy, tracanna whisky e cola, fuma Rocky Marciano e Marlboro rosse, tre quattro viaggi a volta, come quando viaggi tutti i giorni, uno più di ieri finché un giorno ti fermi di botto – se mai ti fermi. A Jimi non piace fermarsi. Ingoia anfetamine per mantenersi in tiro. E se gli alieni arrivassero a salutare proprio quando sei crollato? Pensaci, amico. Pensa a quanto sei messo male. Meglio continuare a correre, correre, correre. Tre settimane, ventinove concerti – metti assieme le hit. I Move ne avevano tre. Jimi quattro, compresa Burning Of The Midnight Lamp, che era riuscita a scivolare appena nella Top 20. A Jimi questo bruciava, ma non lo dava a vedere, perché va tutto bene, non contano solo le hit, lo sai? I Pink Floyd ne avevano avuta solo una, gli Amen Corner una e mezza. Jimi sul palco, che si scatena, scava a fondo, fa quello che gli viene meglio, si carezza il pacco, slingua col pubblico, suona coi denti, o dietro la schiena, o rotolandosi sul palco. I 40 minuti volano in un attimo, e Jimi vola, e di brutto, per tutte e tre le settimane“.

All’interno di Classic Rock 87, in edicola e in digitale, altri pezzi in esclusiva dal libro di Mick Wall.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like