Paolo Conte: ecco 10 tra le canzoni più amate

Paolo Conte, Teatro Regio – 2016

Il cantautore astigiano dall'anima decadente e la voce profonda ha votato la sua carriera al jazz, mantenendo questa promessa anche oggi. Ripercorriamo quindi 10 canzoni di Paolo Conte di cui non possiamo fare a meno!

Questa sporca vita (1974)

L'album PAOLO CONTE inaugura la carriera di un cantautore che, sin da subito, trasuda con la sua voce una verve riflessiva, esuberante, ermetica e avanguardista. Così Questa sporca vita, Lato A del suo primo 45 giri, accompagnato da La fisarmonica di Stradella, è una dichiarazione di intenti. L'artista ha appena scritto Azzurro per Adriano Celentano, nel 1968, e ne recupera l'espansione vocalica. Tuttavia l'atteggiamento porta già la firma di un'anima romantica e decadente, dove la briosità divampa sotto pelle a ritmo jazz. 

Onda Su Onda (1974)

E tutta la frizzantezza di un brano trainante emerge in Onda Su Ondala prima vera hit del cantautore. Questa occupa il Lato B dell'album d'esordio e, in meno di un mese dal debutto, viene reinterpretata da Bruno Lauzi, che ne accresce il successo. Così basta ascoltarla una volta per lasciarsi avvolgere da un naufragio dalle tinte pittoresche, un'isola incantata e un tratto narrativo ironico. Fu poi Lauzi ad annotare un'ulteriore divertente riflessione: 

La notte fonda, la nave se ne va, l’oceano immenso, potrebbe essere una tragedia, se non fosse una canzone italiana, perché gli italiani hanno una proprietà fisiochimica: galleggiano sempre.

La Topolino Amaranto (1975)

L'immancabile accompagnamento al piano introduce un brano solare e gioioso, ma solo apparentemente. Così La Topolino Amaranto , con cui un giovane porta l'innamorata a fare un giro della città, sembra sfavillare di onnipotenza. Ma siamo nel 1946, la Seconda Guerra Mondiale si è appena conclusa e lo sfondo cittadino mostra le sue ferite e cicatrici a cielo aperto. Non è una giornata di sole qualunque, ma il primo assaggio di libertà dopo un'ondata distruttiva che offusca lo sguardo di una consapevolezza amara. Tuttavia è impossibile non cogliere la spensieratezza dietro il sogno di un domani migliore. 

Bartali (1979)

La poesia di Conte ritorna con il terzo album, GELATO AL LIMON, dove spicca l'omaggio allo storico ciclista italiano Gino Bartali. Ma lo sguardo si sposta sullo spettatore che, a bordo del tracciato, attende febbrilmente che il suo eroe si affacci dalla curva. Così il cantautore tratteggia l'euforia del momento con un ritmo incalzante, oltre a un linguaggio espressivo, metaforico e onomatopeico. La sua canzone si fa letteratura nel ritrarre con dovizia di dettagli la polvere, il sudore e la salita che tratteggiano l'epica del ciclismo, dove anche chi non è appassionato è pervaso dall'energia. 

Via Con Me (It's Wonderful) (1981)

Un altro bellissimo album bussa alle porte del cantautorato italiano nel 1981. Stiamo parlando di PARIS MILONGA, che vanta tra le sue tracce il pezzo più celebre e internazionale di Conte, forgiato su una dolce armonia di jazz e swing. Così passionalità, amore e lascito di una leggenda si intrecciano in Via Con Me (It's Wonderful), che non solo rimarca la raffinatezza di scrittura di Conte, ma ne esalta anche lo sperimentalismo con sonorità non tradizionalmente locali, ma già proiettate nel poetico avanguardismo europeo e oltreoceanico. Ed è ancora più romantico pensare che Conte ha paragonato questo brano a un mazzo di fiori, il cui profumo dura in eterno. 

Parigi (1981)

L'atmosfera bohémienne permea tutto il disco, raggiungendo anche il Lato B dove riposa ParigiQui, un tango volteggiante tra un piano e un violino incornicia un'evocativa serata notturna tra le iconiche strade dipinte da Van Gogh. E poi Conte si inserisce con un canto inedito, parlato, teatrale, come una confessione pregna di poesia e decantata alla donna amata. Non possiamo dunque che rimanerne incantati, mentre assaporiamo una canzone che non sembra una canzone, ma che ne conserva l'aura intrinseca. 

Hemingway (1982)

Il nome del celebre scrittore e giornalista statunitense riveste un frammento di APPUNTI DI VIAGGIO, album che segue l'esperienza parigina con maggiore spazio alla composizione. Ed è per questo che la canzone Hemingway offre solo un abbozzo simbolico dell'artista, ritraendolo all'Harry's Bar di Venezia e citando quei luoghi lontani che hanno vissuto nelle sue opere. Segue poi un'importante coda strumentale che, ancora una volta, mostra l'incredibile sfarzo esecutivo al pianoforte di Conte. 

Sotto le stelle del Jazz (1984)

Siamo a metà degli anni Ottanta, nel pieno dell'epoca canora contiana, tanto che il nuovo disco porta nuovamente il suo nome, come agli esordi. E qui, Sotto le stelle del Jazz ritrae la passione eterna del cantautore, quella per uno stile musicale amato e affinato nel tempo, che affonda le sue radici nel periodo d'oro degli anni Venti. Di questo Conte rievoca una rivoluzione culturale all'insegna della musica, che ha forgiato musicisti dalle poliedriche sfumature. Così canta di certi "ragazzi scimmia del jazz" per indicare una terminologia fondativa, e all'inizio dispregiativa, con cui si indicavano i primi musicisti afroamericani che hanno dettato la tradizione. Pura poesia canora e strumentale. 

Gli Impermeabili (1984)

"Ma come piove bene sugli impermeabili. E non sull'anima". Così Conte accompagna un altro onirico brano della sua collezione omonima del 1984. La sua incredibile capacità narrativa valica la malinconia della piovosa stagione autunnale per riversarsi sulla gioia labile di un uomo. I suoi sogni e le sue speranze tratteggiano dunque Gli Impermeabili, dove l'epilogo amaro della condizione umana è offuscato dalla brillantezza di iniziali emozioni positive. Come sempre l'eleganza fa da padrona sullo sfondo di un sound elettrico ed eclettico in un crescendo ipnotico. 

Sparring Partner (1984)

Un'inedita chitarra, sfiorata da un imminente e dolce libidine al piano ci porta in chiusura di questa selezione. La canzone è Sparring Partner e il suo protagonista un anziano pugile che allena giovani apprendisti sul ring. Così la filosofia di Conte abbraccia il ritratto di un uomo che ha forgiato la sua carriera sul ring, approcciandosi a un avversario a cui non lasciare spazio. E la momentanea ebrezza ubriaca della vittoria non nasconde l'agguato di un altro possibile colpo, che può attanagliare la mente e il cuore sia in guerra che in amore. Il lascito mnemonico, che immaginiamo dipinto in bianco e nero, è bellissimo. 

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