8 tra i migliori album rock da avere in vinile

Ci sono tantissimi album rock che meriterebbero un posto tra gli scaffali domestici, ma per noi questi 8 sono d'obbligo. Quali sono i vostri immancabili? 

SGT. PEPPERS LONELY HEARTS CLUB BAND (1967), The Beatles 

Nato nelle vesti di un concept album, l'ottavo album dei Beatles non può mancare alla nostra selezione. Brani simbolici come With A Little Help From My Friends, Lucy In The Sky With Diamonds e A Day In The Lifecreano un quadro perfetto della band del Sergente Pepper. Quel nome fu coniato da Paul McCartney, che proietta i Fab Four su una copertina dalle tinte pop, valorizzata da un Grammy Award e da una serie di personaggi storici memorabili. Così il 33 giri pubblicato da George Martin nel 1967 divenne una perla estetica e stilistica, avvolta da una storia misteriosa. 

LED ZEPPELIN III (1970), Led Zeppelin 

I Led Zeppelin segnano una svolta inedita alla fine degli anni Sessanta. Dopo un bucolico ritiro in Galles, la band votata all'hard rock rinasce sotto l'aura del folk. Così LED ZEPPELIN III, pubblicato come 33 giri nel 1970, ha un sapore diverso, destabilizzante per la critica. Oltre al grido di battaglia di Immigrant Songi brani rifiutano la fossilizzazione musicale per abbracciare una verve sperimentale ed eclettica. E lo si nota anche dalla copertina, realizzata dall'artista multimediale Richard Drew e oggi vera chicca da collezione. Non si tratta solo di una stampa artistica, tra astrattismo, pop art e fumetto, ma anche di una cover animata. Questa mostra infatti diverse immagini e colori a seconda della rotazione del disco sottoposto

STICKY FINGERS (1971), The Rolling Stones

Non potevano mancare i bad boys del rock britannico. E il loro prodotto efferato, intransigente e puramente animale è STICKY FINGERS, direttamente dalle fila dell'Atlantic Records verso un'incalzante collezione di brani hanno voglia di stravolgere gli schemi. L'album è pura vitalità ed energia, accompagnato da una copertina tanto iconica quanto figlia d'arte. Perché dietro le trame degli stringenti jeans dalla cerniera regolabile, nelle prime versioni c'è il tocco indomabile di Andy Warhol. Un disco che è una vera e propria giostra sonora tra rhytm 'n blues, folk e il rock più vorace e urlato. 

QUADROPHENIA (1973), The Who 

Pete Townshend scrive le fondamenta di un'opera intima, sincera ed esistenziale. Dopo un capolavoro come TOMMY(1969) anche QUADROPHENIA trova espressione in un film iconico del 1979 che mette in scena il turbamento psichico ed emotivo di un ragazzo Mod negli anni Sessanta. Così gli Who raccontano il passato guardando il futuro, in un'intermezzo musicale che affronta la paura della maturità e del cambiamento, con uno spunto indubbiamente biografico. Questo evolve nel turbinoso percorso identitario e decisionale di Jimmy Cooper e di una psicologia sofferta generazionale e fortemente comunicativa. 

THE DARK SIDE OF THE MOON (1973), Pink Floyd

Ancora oggi tra i vinili più venduti, THE DARK SIDE OF THE MOON è un viaggio sensoriale tra le sfumature di una psiche alienata. Lo sguardo rivolto alla luna dei Pink Floyd scandaglia una dimensione intima e oscura della mente umana, tra morte, isolamento e deumanizzazione. E la perfezione tecnica dell'opera non risiede solo nella minuzia ingegneristica di Alan Parsonsma anche in un simbolico omaggio alla letteratura fantascientifica. Un labirinto di raffinate sonorità, quindi, accompagnate da quella copertina devota al prisma di Isaac Newton. E la riflessione catarchica del concept album di maggior successo della band detiene oltre 50 milioni di copie vendute sul suo prezioso curriculum.

pink floyd
A NIGHT AT THE OPERA (1975), Queen 

La copertina disegnata da Freddie Mercury è solo la punta dell'iceberg di un album megalitico. Tra l'omaggio alla filmografia dei fratelli Marx, la commedia dell'arte e una teatralità identificativa, i Queen centrano l'obiettivo. Il loro A NIGHT AT THE OPERA non è solo custode di Bohemian Rhapsodyma è un'ambiziosa dichiarazione di intenti. La complessa architettura di generi e il gioco di armonie punta tutto sull'album più costoso dell'intera discografia Queen. E i due Grammy Awards che si aggiudica l'album sono solo un piccolo assaggio delle infinite potenzialità manifeste della band. Ecco perché non può mancare. 

HOTEL CALIFORNIA (1976), Eagles

Sui 40 milioni di copie vendute si posiziona invece l'album dell'ascesa degli Eagles, con una title track che non ha bisogno di presentazioni. Così la memoria evoca l'assolo di Hotel California, alternato tra l'incipit Don Felder e il proseguio di Joe Walsh in un crescendo viscerale. E l'album, affiorato dall'ispirazione del sound californiano, aleggia tra ballads e country. Gli Eagles salutano le speranze del sogno americano, annullando il sensazionalismo dell'eccesso. A parlare resta solo un perfetto sposalizio di sonorità diverse, ma unite sotto un'unica voce, quella che parla al pubblico vastissimo di HOTEL CALIFORNIA. 

APPETITE FOR DESTRUCTION (1987), Guns N' Roses

Indubbiamente uno degli album di debutto più esplosivi del rock, APPETITE FOR DESTRUCTION chiude alla perfezione la nostra, seppur parziale, classifica. I Guns N' Roses, poco più che ventenni, firmano già brani leggendari come Sweet Child O' Mine, Paradise City Welcome To The Jungle. Dall'idolatria dei Rolling Stones di Axl Rose a quell'assaggio della tradizione punk rock, l'hard 'n heavy dei Guns N' Roses si consolida lungo un percorso graffiante, rumoroso e votato a una rabbia apocalittica. La loro aura glam rock, ancora avvolta da un'irrequietezza disordinata, deve ancora trovare il suo centro, ma l'ascesa graduale tocca già qui picchi epocali. 

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