Iron Maiden: 5 tra le canzoni più sottovalutate

Da Paul Di'Anno a Bruce Dickinson, la band londinese irradia puro heavy metal, tra copertine incredibili e brani esplosivi. Tuttavia alcuni sono passati inosservati tra le pagine del rock, non venendo valorizzati quanto meritavano. Scopriamone 5. 

Burning Ambition (1980)

La fame vorace e il desiderio di bruciare le staffe appartengono ai primi Iron Maiden. Al microfono un pirotecnico Paul Di’Anno che, in poco meno di tre minuti, traccia un vibrato energico. Questo però rimane confinato sul lato B del primo singolo Running Free/Burning Ambition, lasciando che sia la prima canzone a essere inserita nell’album di debutto della band, IRON MAIDEN (1980). Così sembra che Burning Ambition resti in eterno in quel vicolo in cui Eddie insegue Di’Anno, dipinto da Derek Riggs nell’inquietante copertina del singolo. Ma il brano riecheggia anche la fanciullezza degli esordi della band: quel primo assaggio semplice, ma affascinante, in cui si alimentano le future speranze e promesse del gruppo. 

Children Of The Damned (1982)

La seconda traccia di THE NUMBER OF THE BEAST (1982) è ricca di riferimenti letterari e musicali. Il brano si ispira infatti al sequel del film del 1960, Village Of The Damned, trasposizione del celebre romanzo sci-fi di John Wyndham, The Midwich Cuckoos (1957). L’atmosfera del brano invoca  un'intrigante distopia governata da pericolosi bambini con i capelli albini, dotati di poteri psichici. Non solo, ma si ispira anche ai Black Sabbath di Ronnie James Dio e al loro brano del 1980, Children Of The Sea. Tuttavia, nonostante le promettenti basi narrative, la canzone non spicca tra le perle più conosciute del terzo album degli Iron Maiden, che invece sceglie come singoli Run To The Hills e l’omonima The Number Of The Beast.  La complessità di Children Of The Damned affascina però per la sua maturità e rimane un lascito evolutivo fondante.

Die With Your Boots On (1983)

La cruda immagine di Eddie lobotomizzato giganteggia sulla copertina di PIECE OF MIND (1983), seguito del suo maestoso predecessore. E questo album si distingue per il colpo di frusta di The Trooper e Flight Of Icarus, in vetta agli ascolti. Tuttavia c’è un brano ritenuto minore che sedimenta nelle retrovie del disco. Si tratta di Die With Your Boots On, in cui la potenza vocale di Bruce Dickinson travolge l’ascoltatore con la funesta devastazione di un mondo avvolto dalla paura e sfregiato dalle guerre. Qui le chitarre si impadroniscono di un immaginario violento che le vuole trainanti protagoniste. E ancora una volta la band londinese guarda alla cinematografia, con una citazione del film They Died With Their Boots On (1940), tradotto come La storia del generale Custer.

Flash Of The Blade (1984)

È il turno delle piramidi egizie per Riggs ed è il turno di Dickinson per sfoggiare la sua passione di spade e cavalieri. L’album è POWERSLAVE (1984), un megalitico successo che sfodera l’onore del soldato tra guerre passate e contemporanee. E mentre Aces High incornicia la Seconda Guerra Mondiale e 2 Minutes To Midnight si affaccia a una guerra nucleare, Flash Of The Blade sfoggia la lama della spada. E così Murray e Smith sfidano le loro chitarre su una base ipnotica e martellante che, sorpresa delle sorprese, invoca un film. Dario Argento l’ha infatti usata come colonna sonora del suo Phenomena(1985). Insomma, un pezzo trionfante dalla bellezza sopraffina, che irradia di potenza, ma non è stato molto considerato dalla band

The Thin Line Between Love And Hate (2000)

Un album chiaroscurale inaugura il nuovo millennio e porta il nome di un capolavoro letterario fantascientifico di Aldous Huxley. Così BRAVE NEW WORLD (2000) accoglie il ritorno di Dickinson e Smith in formazione e verte su uno scenario futuristico e distopico insito di venature progressive. Se quindi il riff iniziale del primo singolo estratto, The Wicker Man, tinteggia la rinascita millennial degli Iron Man con una tiratura leggendaria, la traccia conclusiva si conforma a una complessità e un virtuosismo inedito. Si tratta di The Thin Line Between Love And Hate e molti si chiedono perché l’apoteosi di questo brano intergalattico sia alla fine del disco, a meno che non sia una scelta direzionata per invogliare l’ascoltatore a riniziare l’album in un viaggio verso un’altra dimensione.

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