Come suonare la chitarra come Prince

Un unsung hero della sei corde. Il playing di Prince risulta sublime alle orecchie più attenti, mentre purtroppo, anche i fan più minuziosi, faticano a scorgerne le vere qualità. Lo analizziamo in quest'articolo.

Ad oggi, coloro che hanno assistito ad uno show di Prince dal vivo sanno perfettamente quanto prezioso quel momento possa essere stato. Un artista a 360°, songwriter eclettico e chitarrista straordinario, le cui doti, finiscono spesso e ingiustamente in secondo piano a causa dell'attitudine catchy della sua produzione. Accattivante, intenso e prorompente, il playing di Prince risulta madido di sfaccettature e, per questa ragione, vale la pena dedicargli un "episodio" della nostra, ormai consueta, rubrica.

La chitarra ritmica di Prince

"Funky" è la parola d'ordine per sbloccare il sound dell'artista. Quando non si lanciava in arpeggi commoventi, infatti, Prince prediligeva ritmiche serrate, gioviali e ricche di carisma. Un artista poliedrico che, in brani come Get Off o My Name Is Prince, dava libero sfogo a tutta la sua furia, mantenendo, comunque, un controllo sovraumano. Un prodigio assoluto della musica, in grado di far collimare il suo variegatissimo spettro d'influenze in un unico, straordinario, sound. Nell'analisi del suo sound, si scorge un'importante predilezione per la ritmica, con una serie di tecniche interessanti tutte da scoprire.

Lunghe distese di power chord scorrono lungo il manico, lungo groove devastanti. L'utilizzo, poi, di accordi dorici collimanti con gli arrangiamenti di tastiera costituivano una parte fondamentale del suo muro del suono. Altro punto chiave del suo playing è l'utilizzo di singole note in sincope, specie muovendosi sulla pentatonica minore. Sedicesime e doublestop durante uno strumming inarrestabile, poi, impreziosiscono ancora di più le sue texture sonore, arricchendole con una fantasia a dir poco spettacolare.

Costruzione dei soli

Prendendo in esame il suo brano più evocativo: Purple Rain, scorgiamo nel suo iconico solo una passione spropositata. La traccia rappresenta, senza ombra di dubbio, l'epitome del suo playing. I double stop emergono selvaggi lungo tutta la durata del fraseggio, chiaramente improvvisato in studio così come in live. Nei lick più famosi, Prince gioca sul Si minore, in particolare sulla prima, la settima e la seconda nota della scala, aggiungendo, poi, particolare enfasi sulle sezioni in cui la chitarra riprende la linea vocale (altro punto importante del suo approccio solista).

Ciò che, più di tutto, traspare dall'analisi del suo playing è la misura con la quale la chitarra entra in scena: sapere quando lo strumento è necessario rende le sue sezioni più bilanciate, attese e preziose. Bending leggermente fuori scala e impro semi-shred dall'elevato apporto emotivo contribuiscono ampiamente nella comprensione del suo stile chitarristico.

Il rig di Prince

Parlare della strumentazione di Prince può essere un compito più o meno arduo nel momento in cui si intende replicare il suo stile e la sua presenza nei minimi particolari; più che altro, per l'utilizzo estensivo di chitarre dal design unico, relativamente difficili da trovare sul mercato a prezzi accessibili. Basandoci su un overview del suo rig, però, assumiamo con certezza che l'artista abbia prediletto in carriere chitarre modello Telecaster. Ci riferiamo, ovviamente, alla Hohner Madcat, chitarra di manifattura nipponica degli anni '70 il cui pickup al ponte risultava, a causa del design particolare, più vicino alle parti metalliche del componente stesso, dando come risultato un sound più acido e brioso, perfetto per il funk.

Le Cloud Guitar di David Rusan e le Symbol di Jerry Auserwald, poi, hanno ricoperto un altro ruolo fondamentale per la costruzione dell'appeal unico dell'artista. Oggi, è possibile trovare delle repliche degli strumenti più o meno accurate, ma in ogni caso, è possibile replicarne il sound utilizzando, semplicemente, pickup attivi della EMG. Gli amplificatori fondamentali per il sound di Prince sono, poi, il Soldano SLO 100 per i suoi albori: un impianto a valvole con doppio canale, cui valida alternativa potrebbero risultare sistemi dalle caratteristiche medesime prodotti da Orange o Blackstar, ad esempio ed il Mesa Boogie Lone Star. Per quanto riguarda i pedali, Prince si è sempre affidato a Boss: utilizzando vibrato, distorsioni, flanger, delay e overdrive provenienti dal brand giapponese. Il wah è un altro componente fondamentale della pedaliera del compianto artista, la cui scelta, è sempre ricaduta su Dunlop ed il suo Cry Baby. Completa la pedalboard essenziale di Pince un pedale octaver; nel caso specifico un Digitech Whammy, validamente sostituito da un Electro Harmonix POG.

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