Con oltre 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo, The Dark Side Of The Moon è stato uno dei primi album a entrare a far parte del ristretto club di Records More Famous That The People Who Made Them: e come Tommy degli Who e Rumors dei Fleetwood Mac, è un disco che ha cristallizzato per sempre l'immagine del gruppo ma che non è stato nemmeno del tutto rappresentativo della loro storia.
Prima di The Dark Side Of The Moon, i Pink Floyd (che una volta sfoggiavano anche un “The”, ormai dimenticato) erano stati pop, psichedelici e sperimentali: dopo, erano una mega band da stadio estremamente popolare, ma stranamente senza volto, e tutto ciò che facevano - da Wish You Were Here a The Wall - è stato paragonato a questo capolavoro indiscusso.
Perché The Dark Side of the Moon era così leggendario? Forse perché le lezioni apprese da sperimentazioni sonore precedenti - loop di nastro, effetti sovrapposti e parole sussurrate - sono state combinate con un nuovo obiettivo: i testi pessimistici e scettici di Roger Waters e Rick Wright (citiamo "Quiet Desperation is the English Way" dal brano Time) impostati su concise melodie commerciali, che si adattavano alla voce soul di David Gilmour e alle linee di chitarra dirette e spietate. Con la sua produzione superba e i passaggi perfettamente fluidi, The Dark Side Of The Moon è stato come Abbey Road per la generazione rock degli anni Settanta: un album che potrebbe essere usato per testare il tuo stereo, la colonna sonora di una cena, farti pensare e tirarti su un joint. I suoi temi erano abbastanza vaghi da essere universali - la guerra è un male, la ricchezza è un male, moriremo tutti - ma la vaghezza è stata mitigata dall'acutezza e dall'intelligenza di Roger Waters.
Aggiungete a tutto questo la sorprendente voce di Clare Torry in The Great Gig In The Sky e un uso spropositato del sassofono, e The Dark Side Of The Moon è stato trasformato in qualcosa di molto lontano da “Several Species Of Small Furry Animals Gathered Together In A Cave And Grooving With A Pict”: rock da stadio molto rumoroso ma in qualche modo anche molto sensibile e profondo. Avrebbero tentato di nuovo una simile formula con i dischi successivi, ma quando Roger Waters iniziò a dominare il gruppo scrivendo canzoni sempre più personali, non ci riuscirono mai.
Questa nuova edizione del 50° Anniversario tira fuori i suoi grossi calibri per il mercato, comprendendo nelle sue varie forme (CD, vinile apribile, Blu-ray) nuovi mix, stereo rimasterizzato, singoli in vinile, un libro fotografico e materiale aggiuntivo: il loro Live At Wembley Empire Pool a Londra, nel 1974, che si autodescrive. È ancora un album straordinario, imponente, e giustamente rimane una pietra miliare del rock.
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