Il primo festival d’Italia, quando il Rock fece vibrare Milano

Il leggendario Festival che ha dato il via ufficiale al fenomeno Rock’n’Roll in Italia avveniva oggi nel 1957. La line up: Celentano, Jannacci, Toni Renis, Mina…

È una serata che rimarrà scolpita nella storia della musica italiana. Il Palaghiaccio di Milano, solitamente riservato alle competizioni di pattinaggio, si trasforma in un'arena elettrizzante dove la potenza del Rock si fonde con le voci intense di alcuni dei più grandi artisti italiani. È il primo Festival Rock d'Italia, un evento che segnerà una svolta nella scena musicale nazionale.

Il carismatico ballerino e coreografo Bruno Dossena “Bughi”, fresco di Primo Premio nel campionato mondiale di rock and roll a Lione, ha avuto l’intuizione di organizzare questo evento che si rivelerà pionieristico, dove diverse anime musicali si univano in un'unica notte magica all’insegna del Rock ’n’ Roll. Sotto le luci abbaglianti, sul palco si alternano le performance di Adriano Celentano, Enzo Jannacci, Toni Renis, Mina, destinate a diventare icone indiscusse della musica italiana.

Si è detto che fu una gara tra cantanti rock, e che Adriano Celentano si presentò sul palco con un complesso chiamato Rock Boys insieme a Enzo Jannacci, Giorgio Gaber e Luigi Tenco, e che vinsero la serata con "Ciao ti dirò”. In realtà le cose non sono andate proprio così: nel suo gruppo non c’erano né Gaber né Tenco, e non cantò Ciao ti dirò. Lo stesso Adriano ha messo le cose in chiaro:

"Era il 18 maggio del 1957, quando Bruno Dossena, campione del mondo di boogie woogie, organizzò il primo festival europeo del rock al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Mi aveva sentito cantare al Tecla e volle a tutti i costi che io partecipassi, visto che tra tante orchestre che vi partecipavano, io ero l’unico cantante rock. Però io ho pensato: ma io con quale orchestra canto? E allora non sapendo cosa fare, anch’io misi insieme un gruppo: basso, batteria e chitarra erano i fratelli Ratti, tre strepitosi musicisti con cui avevo subito legato. Però ci mancava un pianista e uno dei fratelli mi parlò di un certo Enzo Jannacci che io chiamai immediatamente, era fortissimo, e poi aveva quella tipica follia che hanno i medici quando sbagliano le operazioni. Ancora adesso è così, eh?, ma allora era perfetto. Jannacci portò un sassofonista e così si era completato il gruppo dei “folli”. E non è vero che parteciparono anche Gaber e Tenco, come dice qualche male informato. Gaber io lo conobbi soltanto un anno dopo e Tenco addirittura tre anni dopo. E non è neanche vero che io quella sera cantai Ciao ti dirò, quella canzone ancora non esisteva.”

La locandina del Festival al Palaghiaccio di Milano, 1957

Erano quasi 10.000 i giovani (dei quali solo circa 2.500 all’interno del palazzo) a partecipare, tra sirene della polizia e l’eccitazione generale per questo incredibile evento.

L'atmosfera elettrica che ha pervaso il Palaghiaccio di Milano quella sera ha portato però effetti collaterali: la folla incominciò a lanciare sedie, rompendo finestre, quasi in preda a una follia covata da tempo. Ma è fuori discussione che questa sorta di rave party ante litteram rappresentò una pietra miliare nella storia della musica italiana. In quel momento preciso, il Rock italiano si è affermato come un genere musicale dirompente, capace di rompere le barriere tradizionali e di dare voce a una nuova generazione di artisti desiderosi di esprimere la propria individualità e di sfidare le convenzioni.

Così la giovanissima cronista Natalia Aspesi racconterà l’avvenuto il giorno seguente sul giornale “La Notte”:

«Subito dopo le nove di sera, i miti spettatori dell’ultima puntata de Il romanzo di un giovane povero raccolti attorno ai televisori dei bar di viale Corsica, furono disturbati, nel loro lecito divertimento, da un rumore crescente di folla in movimento, e poi dai ripetuti urli delle sirene della Celere». Davanti al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi, un gioiello del Liberty, «stava avvenendo una scena molto simile a quella precedente il linciaggio nel film Il grido della folla. Alle nove e mezzo avrebbe dovuto avere inizio il primo Festival del rock’n roll...». 

Tocca l'icona qui accanto per guardare estratti della serata su RaiPlay.it

E nonostante lo sguardo giudizioso di coloro che assistevano indirettamente al fenomeno considerato scandaloso e pericoloso - sui giornali del giorno seguente: "Palazzo del ghiaccio devastato dai nuovi divi del rock’n'roll" - questo evento ha aperto le porte a una nuova era, in cui il Rock italiano avrebbe continuato a crescere e a evolversi, influenzando generazioni future di artisti e lasciando un'impronta indelebile nella cultura musicale del Paese. Enzo Jannacci ha ricordato quei giorni convulsi, spiegando:

"Non ci si rendeva bene conto di quanto stessimo facendo. Noi avevamo soltanto voglia di suonare e di divertirci. In realtà chi veramente ci guadagnò da quel giorno fu Adriano Celentano che da allora divenne il Molleggiato per antonomasia".

Oggi, a oltre sessant'anni di distanza, il Festival Rock del 1957 rimane un evento leggendario nella storia della musica italiana. È un simbolo di coraggio, innovazione e ribellione, un momento in cui l'arte ha sfidato i limiti e ha aperto nuovi orizzonti. E speriamo che la sua eredità non venga persa, ma che quello spirito di libertà e creatività ritorni ad esplodere come un tempo.

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