Lo stile di vita eccessivo del frontman degli Animals, Eric Burdon, è leggendario. Ha frequentato i Beatles, i Rolling Stones e Jimi Hendrix. Ha inghiottito LSD e si è buttato nella scena dell'amore libero degli anni '60 (sebbene fosse particolarmente attento alle droghe che usava: "Non metterei nulla nel mio corpo che mi impedirebbe di fare sesso").
Amico del manager dei Beatles Brian Epstein, Burdon frequentava regolarmente i Fab Four. Epstein morì il 27 agosto 1967 e appena due settimane dopo i Beatles registrarono I Am the Walrus, uno dei brani musicali più strani e originali che abbiano mai pubblicato.
Attribuito a Lennon/McCartney ma scritto al 100% da John Lennon, con un enorme contributo del produttore George Martin, I Am The Walrus è un capolavoro psichedelico. Il chitarrista degli Smiths Johnny Marr ha commentato che era "come Hieronymous Bosch messo in musica": oscuro, surreale, unico, giocoso, è un classico esempio di "usare lo studio come strumento" dei Beatles, taglia e incolla, multi-traccia, giustapponendo archi nauseabondi con immagini liriche da incubo e talvolta ilari.
Capire cosa c’è dietro i testi di John Lennon è quasi impossibile. Le teorie affermano che I Am The Walrus sia stato ispirato dalla poesia Beat senza senso di Bob Dylan, dagli esperimenti di Lennon con l'LSD, che sia stata una reazione alle critiche della sinistra radicale alla semplicità lirica di All You Need Is Love - o da una lettera da parte della sua vecchia scuola secondaria in cui gli veniva riferito che gli studenti stavano analizzando i suoi testi. Lennon - che soffriva di dislessia e aveva avuto una carriera scolastica infelice - iniziò a scrivere qualcosa a cui non avrebbe mai dato un senso: "Lascia che gli stronzi provino a risolverlo!”, aveva dichiarato a suo tempo.
E in tutto ciò, c'è The Egg Man:
I am the Eggman
They are the Eggman
I am the Walrus!
Goo goo g'joob
Appropriatamente, è stato Eric Burdon a far sentire I Am The Walrus ai Grateful Dead a San Francisco: "Ho messo su I Am The Walrus dei Beatles e loro hanno detto: 'Questa è la cosa più psichedelica che abbiamo mai sentito!’”. E usiamo il termine appropriatamente proprio perché era Burdon l'uomo delle uova.
Nel corso degli anni, sono emerse storie secondo cui The Egg Man era un soprannome che Burdon si era guadagnato dopo che lui e Lennon si erano uniti a un'orgia nella quale il leader degli Animals si divertiva a rompere uova sui corpi delle partecipanti.
Nella sua autobiografia, Don’t let me be misunderstood (2002), Burdon ha raccontato l'intera folle storia:
“Ero l'Eggman”, ha scritto, “o, come mi chiamavano alcuni dei miei amici, ‘Eggs’. (…) Il soprannome è rimasto dopo un'esperienza selvaggia che avevo avuto all'epoca con una ragazza giamaicana di nome Sylvia. Una mattina mi sono alzato presto per preparare la colazione, nudo tranne che per i calzini, e lei mi è venuta accanto e mi ha fatto scivolare una riga di nitrato di amile sotto il naso. Quando la sostanza mi è arrivata al cervello, sono scivolato sul pavimento della cucina, lei si è avvicinata al bancone e ha afferrato un uovo, che ha rotto nell’incavo della mia pancia. Il bianco e il giallo dell'uovo scorrevano sul mio corpo nudo e Sylvia si infilò in bocca il mio cazzo bagnato di uova e iniziò a mostrarmi un trucco giamaicano dopo l’altro. (…)
Ho condiviso la storia con John a una festa in un appartamento di Mayfair una notte con una manciata di bionde e una ragazzina asiatica. 'Dai, vai a prenderlo, Eggman', Lennon ha riso sopra i piccoli occhiali rotondi appollaiati sulla punta del suo naso adunco mentre giocavamo con le ragazze, fin troppo disponibili per la loro taglia.
Ha accorciato un po' la storia durante un'intervista con Classic Rock: "Ricordo solo di essere stato a una festa e di aver guardato questa ragazza. John Lennon era in piedi accanto a me e diceva. "Vai avanti, uomo delle uova!’".
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Fonte: Loudersound, di Tom Poak