Chi dirigerà il documentario sugli Abbey Road Studios?

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Nel 2021 è in arrivo un inedito documentario sugli studi londinesi della EMI, in procinto di compiere novant'anni. E, per ricordare il luogo di culto incorniciato dal sound dei Beatles e di altre band leggendarie, scopriamo chi siederà sulla sedia da regista. 

Si intitola If These Walls Could Sing il documentario sui leggendari Abbey Road Studios di Londra ed è in fase di realizzazione. L'obiettivo è offrirlo al grande schermo in occasione del novantesimo anniversario dalla fondazione dei celebri studi della EMI, il 12 gennaio 1931. Tuttavia è solo dagli anni Settanta che hanno acquisito il nome con cui li conosciamo. Ad incorniciarlo, come avrete già intuito, l'omonimo album dei Beatles del 1969, l'ultimo registrato negli studi ed eternizzato da quella foto sulle strisce pedonali di Ian McMillan. E quel giorno erano passati circa sette anni dal primo ingresso della band nel luogo sacro, a braccetto con l'indimenticabile produttore George Martin

Era il 6 giugno 1962 e da quella data i Fab Four avrebbero registrato il 90% della loro produzione discografica. Anche se non sono stati gli unici a immortalare la leggenda degli Abbey, posizionati al civico 3 di Abbey Road, St. John's Wood. Infatti, dal 1967 al 1975, i Pink Floyd hanno coronato la loro produzione musicale fino a WISH YOU WERE HERE(1975). Li segue un lunghissimo elenco che porta le firme di Queen, Iron Maiden, Deep Purple, Europe, U2, Oasis, Coldplay, Radiohead e ci fermiamo qui perché la lista sarebbe ancora più vasta. Indubbiamente gli Abbey Road Studios hanno scritto la storia e meritano un documentario.

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Ma chi può condurre la regia? Vi sveliamo finamente il misterioso nome. Si tratta di Mary Anne McCartney, figlia del beatlesiano Paul e della sua prima moglie, Linda Eastman. Così la figlia d'arte, classe 1969 e di professione fotografa, ha deciso di intraprendere la regia in questo progetto inedito e speciale. Al suo fianco gli Universal Mercury Studios in collaborazione con Passion Pictures, la casa cinematografica del produttore John Battsek. Quest'ultimo si è già fatto conoscere nel panorama filmico con due sue produzioni: One Day In September(1999) Searching For A Sugar Man (2012), entrambe premiate agli Oscar. 

Il primo film riflette i tragici eventi del Settembre Nero del 1972, cantato anche dagli Area con la canzone Luglio, agosto, settembre (nero). Il secondo documentario, invece, ripercorre il mito del cantautore Sixto Rodriguez. Tra i suoi prodotti si annovera anche Eric Clapton: Life in 12 Bars (2017)Insomma, un produttore che sa dove mettere le mani. E non è un caso che gli Abbey Road siano riconosciuti anche per il cinema, con lo studio Penthouse adibito alle colonne sonore, tra cui anche il recente The Hateful Eight di Quentin Tarantino

Il progetto venturo, quindi, sin dal titolo dichiara un approccio distintivo. L'espressione se le pareti potessero cantare espone limpidamente quella storia ricca e poliedrica degli Abbey Road Studios. Così come la sua regista è la scelta perfetta per dipingere il ritratto di un'epoca. Lasciamo così che siano le sue parole a tratteggiare con forza le motivazioni di un documentario iconico

Alcuni dei miei primi ricordi da bambina provengono da cose vissute proprio all'interno degli studi di Abbey Road. Desidero da molto tempo raccontare la storia di questo luogo storico e non potrei avere un team migliore di John e dei Mercury Studios per trasformare in realtà questa ambizione creativa.

 

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