4 gruppi che furono follemente chiamati “i futuri Beatles”

Davvero qualcuno avrebbe potuto raccogliere l'eredità dei Beatles? Ci fu chi lo pensò davvero, ma... i tempi cambiano, la musica evolve e i musicisti devono cercare il loro registro epressivo per essere pienamente liberi. Per questo tutti i paragoni con i Fab Four furono fallimentari. 

The Bee Gees

I tre fratelli australiani dal falsetto vincente approdarono sulla scena pop negli anni Sessanta cavalcando l’onda della British Invasion. Così nel 1967, tre anni prima dello scioglimento dei Fab Four, vennero pubblicizzati come “i prossimi Beatles” dal loro manager, Robert Stigwood, in occasione del lancio del primo loro singolo che avrebbe conquistato la Gran Bretagna e gli Stati Uniti: New York Mining Disaster 1941. Era l’anno di BEE GEES 1ST e, da lì al 1977 i fratelli Gibb avrebbero sfornato un album all’anno, catalizzando l’attenzione mediatica con il film LA FEBBRE DEL SABATO SERA (1977).

All’apice di successi come Stayin’ Alive Night Fever divenne chiaro come il sound dei Bee Gees stesse incontrando la crescente affermazione della disco music, tratteggiando un proprio stile, lontano dalle radici beat. Tuttavia il film del 1978STG. PEPPER’S LONELY HEARTS CLUB, tratto dall’omonimo album dei Beatles e prodotto da Stigwood, li correlò ancora ai Fab Four. I Bee Gees, infatti, interpretavano la band del Sergente Pepper, integrando Peter Frampton come quarto elemento. Ma, nonostante le basi promettenti, la pellicola fu un flop, aprendo un divario definitivo tra il lascito ereditario dei Beatles e la nuova parentesi anni Ottanta dei Bee Gees.

Badfinger

La storia dei Badfinger è strettamente legata ai Beatles, tra speranze e promesse che si spezzarono troppo presto. Così quando Paul McCartney annunciò, nel novembre 1969, No More Beatles”, aveva già volontariamente lanciato dei nuovi papabili sostituti. Tre ragazzi gallesi e uno di Liverpool che, nell’ottobre dello stesso anno, scalarono le classifiche con un pezzo proprio scritto da Macca, Come And Get It. E il cantante e bassista dei Fab Four, insieme a George Harrison, ce la mise proprio tutta per tenere in piedi un gruppo affine ai Beatles per talento e qualità stilistiche.

Tuttavia li ingabbiò senza volerlo tra le pareti della Apple Records, casa di produzione di lustro che però, agli inizi degli anni Settanta, andò incontro a una lenta decadenza. E i Badfinger si trovavano proprio nell’occhio del ciclone, ingannati da un manager, Stan Polley, che rubò loro tutti i soldi, inducendo al suicidio un disperato Pete Ham, brillante frontman del gruppo. Ecco dunque come i Badfinger potevano avere tutte le carte in regola per diventare i nuovi Beatles, così come erano stati promossi dagli stessi ragazzacci di Liverpool.  Ma il funereo destino aveva in serbo una caduta a picco per loro.

The Knack

Nel 1975, invece, il sole di Los Angeles illumina l’ascesa dei Knack, guidati dal cantante Doug Fieger e dal chitarrista Berton Averre e apprezzati da rispettati volti del rock come Bruce Springsteen e Stephen Stills. Tuttavia, la fortuna e la sfortuna dei Knack è quella di affermarsi sotto l’ala protettiva della Capitol Records, fedele collaboratrice dei Beatles. Così, quando nel 1979 la band sforna il suo singolo di maggior successo, My Sharona, la Capitol pompa l’attenzione mediatica, etichettando i giovani musicisti come nuovi Beatles. 

E «Rolling Stone» coglie l’offerta al volo, pubblicando un articolo in cui i Knack vengono appellati come Fab Four. Niente di più dannoso per i giovani musicisti, avvolti da una rete di aspettative troppo alte per una sola canzone di successo. Si aggiunge poi la copertina dell'album di debutto,  GET THE KNACK, in cui i quattro si trovano dinnanzi a uno sfondo nero, alla maniera di MEET THE BEATLES! Insomma, non basta l’intrigante storia d’amore tra Sharona Alperin e Fieger per tenere a galla la band.

Oasis

1994-2008 è la striscia discografica temporale che scrive la storia degli Oasis. Quattro musicisti britannici, alfieri del britpop e portavoci di alcuni riff e sonorità dichiaratamente prese dai Beatles. Insomma, ci sono tutte le carte in regola per montare un castello mediatico a colpi di Fab Four, soprattutto perché nel 1996, il parlantino Liam Gallagher dichiara: “È davvero importante essere più grandi dei Beatles. Penso che siamo migliori dei Beatles. ... Non sono la migliore band del mondo – noi lo siamo”. E in un’altra occasione aggiunge: “Saremo i nuovi Beatles. Siamo il miglior gruppo, non è arroganza: è un dato di fatto”.

Certo, il tocco da superuomo alla Gallagher ingigantisce il tutto, facendo scattare la risposta di McCartney, che allerta i musicisti su quanto sia rischioso rilasciare una dichiarazione di questo tipo, connotandola come “il bacio della morte”. Nel caso degli Oasis, infatti, non c’era un manager, una casa discografica o una rivista ad adempiere a tale affermazione, ma furono proprio loro a porsi in prima linea. Insomma, non la mossa più giusta, Liam, nonostante i brillanti successi della band. 

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