Attraverso la discografia di PETER GABRIEL | Prog

Peter Gabriel seduto sulla scala mobile alla stazione della metro di Chancery Lane underground a Londra (1978). Da PROG 52
Nell’ultimo numero di PROG, Marco Olivotto vi accompagnerà attraverso un magnifico viaggio alla scoperta dei capolavori di PETER GABRIEL… ed ecco un piccolo spoiler!
peter gabriel 1977

PETER GABRIEL (1977)
Il primo album dopo l’abbandono dei Genesis viene pubblicato dalla Charisma (stessa etichetta della band) il 25 febbraio 1977. La copertina riporta solo il nome dell’artista, e inaugura una serie di quattro lavori con la stessa denominazione, talvolta identificati per mezzo di un numero progressivo o di un titolo fittizio: in questo caso, PETER GABRIEL 1 o CAR, in riferimento all’immagine di copertina. La produzione, affidata a Bob Ezrin (Alice Cooper, Lou Reed, Pink Floyd) ha luogo nell’autunno del 1976 tra Toronto e Londra ed è caratterizzata da arrangiamenti densi e talvolta pomposi. È evidente il desiderio di Gabriel di rivolgersi a una forma-canzone più semplice e diretta delle composizioni della sua vecchia band, ma sono evidenti influenze del passato, come in Moribund The Burgermeister, attraversata da echi progressive. La produzione è di indubbio valore, anche se Peter ne rimane parzialmente insoddisfatto: avrebbe desiderato un sound più scarno e diretto, in particolare su Here Comes The Flood…

peter gabriel so 1986

SO (1986)
Il 19 maggio 1986 viene pubblicato SO, che segna l’inizio di un nuovo corso nella carriera. Per la prima volta viene assegnato un titolo vero e proprio, e il cambiamento è evidente a partire dall’immagine di copertina: un ritratto che mostra il volto del cantante senza manipolazioni. Non è un dettaglio secondario, perché la foto ridefinisce l’immagine di Gabriel, che è un uomo di trentasei anni, ancora giovane ma maturo, e il ritratto, scattato con una polaroid da Trevor Key, ha un gusto vagamente rétro. Il fotografo era ben noto nella scena pop-rock, ed è autore di molte immagini rimaste iconiche (una tra tutte, TUBULAR BELLS di Mike Oldfield). La foto suggerisce la rottura della ben nota timidezza dell’artista, istrionico sul palco ma seminascosto nel privato. Lo stile musicale dell’opera, prodotta da Gabriel con Lanois sulla scia di BIRDY, si allontana da quello di PETER GABRIEL 4: è meno sperimentale e più accessibile al grande pubblico, anche se continua a mantenere elementi di ricerca e avanguardia. È difficile dire quanto ciò sia stato dettato da un’esigenza artistica piuttosto che dal desiderio di raggiungere un maggior numero di persone: di fatto, SO proietta Gabriel fuori dalla nicchia e dentro il mondo del mainstream. Vende 5.000.000 di copie nei soli Stati Uniti, guadagnando cinque dischi di platino. PETER GABRIEL 4 si era fermato a 500.000…

…Tratto dall’ultimo numero di PROG, disponibile in edicola e online!

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