Rory Gallagher: il chitarrista irlandese amato da Jimi Hendrix

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"Cosa si prova a essere il chitarrista più bravo del mondo?" Domandarono a Jimi Hendrix. "Non lo so, chiedetelo a Rory Gallagher!"

Leader dei Taste e protagonista di una fortunata carriera solista, Rory Gallagher ha venduto oltre 30 milioni di album ed è considerato uno dei migliori chitarristi elettrici di tutti i tempi. Nel nostro paese purtroppo poco noto - in favore forse di altri Gallagher musicisti - se non fosse per quella conversazione quasi "surreale" che Jimi Hendrix ebbe con i giornalisti americani all'indomani del festival di Woodstock.

William "Rory" Gallagher era nato a Bellyshannon, nel Donegal, il 2 marzo del 1948 e aveva cominciato a suonare la chitarra a soli nove anni. Di lui dissero che, nonostante l'enorme timidezza, "era davvero un musicista nato per suonare". Dalla chitarra, in effetti, Rory non si separò mai.

Influenzato da dischi blues di Muddy Waters e Leadbelly e da musicisti folk come Woody Guthrie (di cui vi abbiamo parlato qua), fin da ragazzo elaborò un suo stile personalissimo, che decise di portare a Londra, nel pieno della cosiddetta British Invasion.

Nella capitale, dopo una prima esperienza nei Fontana Showband, diede vita ai Taste, un trio blues rock sulla scia dei Cream o dei Jimi Hendrix Experience. L'avventura dei Taste non ebbe, purtroppo, vita lunga: nel 1971, Gallagher scoprì infatti di essere stato vittima di una truffa economica a suo danno realizzata dai suoi compagni di band, allora Richard McCraken e John Wilson, e dal manager, Eddie Kennedy.

Fine della storia. Non prima, naturalmente, di una leggendaria esibizione al Festival dell'Isola di Wright, nel 1970.

E poi? Gallagher si mantenne lontano da qualsivoglia compromesso commerciale. Con la sua fedelissima Fender Stratocaster Sunburnst del 1961 -che aveva acquistato usata per 100 sterline a Cork e che aveva cercato a lungo e con passione dopo un furto - incise undici album in studio e tre live.

La carriera solista lo interessava a tal punto che, nel 1975, rifiutò un posto nei Rolling Stones, dopo l'abbandono di Mick Taylor. Sulle ragioni del "no" di Gallagher se ne discute ancora oggi, considerato l'amore che il chitarrista aveva ai tempi per il gruppo, visto per la prima volta a Londra, a sedici anni.

Allora, la band guidata da Mick Jagger doveva sembrare piuttosto instabile, anche perché Keith Richards non stava troppo bene. Rory Gallagher, poco avvezzo allo stile di vita "selvaggio" degli Stones e in generale agli eccessi della vita da rockstar, decise di lasciarsi quell'opportunità alle spalle e partire per un lungo tour in Giappone. Al suo posto, venne scelto Ronnie Wood (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo).

rory gallagher

Il chitarrista non si fermò più. Con le sue immancabili camicie a righe o a quadri continuò a solcare i palchi di tutto il mondo. Fino alla fine: il vizio dell'alcool gli causò danni irrimediabili al fegato. Il 14 giugno del 1995, per complicazioni dovute a un trapianto, Rory Gallagher morì a soli 47 anni.

Tutte le televisioni irlandesi e perfino la BBC, interruppero quel giorno le trasmissioni. I suoi funerali vennero trasmessi in diretta nazionale mentre, tra gli altri, il chitarrista dei Queen Brian May commentò:

Sempre il solito ragazzo, mai diventato come una vera star. Aveva solo ambizione di suonare (un musicista puro). Non so se questa possa risultare un’affermazione banale o altro ma è la pura verità. Non ho mai conosciuto nessuno come lui, mai. Mi ha insegnato l’umiltà e la dedizione e ho rafforzato la mia convinzione che questo era davvero un grande lavoro.

E da noi? Forse ci fu un po' meno considerazione per un uomo che aveva conquistato il mondo musicale con il suo blues "moderno". Lo aveva conquistato a tal punto che, quando a Jimi Hendrix, intervistato subito dopo il festival di Woodstock e una Star Spangled Bangle da brividi, venne chiesto "Cosa si prova a essere il chitarrista più bravo del mondo?", lui umilmente rispose "E che ne so, chiedetelo a Rory Gallagher!". 

Lo ricordiamo oggi con una delle sue canzoni più belle. Ne potete ascoltare altre in questo articolo.

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